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Ore 3.22 del 6 aprile: un mese fa la scossa che devasta L’Aquila

 

IL TERREMOTO. Il presidente della Camera Gianfranco Fini in città: «Capitale del dolore»

 

Due carabinieri davanti al palazzo della prefettura dell’Aquila distrutto dal terremoto del 6 aprile (Ansa)

L’AQUILA – Ore 3.32 del 6 aprile scorso: prima un grande boato poi il terremoto devastante che ha distrutto l’aquilano e il centro storico della città in particolare. I sismografi registrano un sisma di magnitudo 5.8, poi si parlerà di 6.3. I morti sono stati 298, i feriti più di 1500, rimasti tra le macerie di case anche appena costruite. A distanza di un mese si ricorda il sisma e le vittime.

TARGA A VITTIMA – Ed è stato il presidente della Camera Gianfranco Fini a scoprire la targa in memoria di Sandro Spagnoli, il dipendente morto il 6 aprile a cui è stata intitolata l’aula del Consiglio egionale nel Palazzo dell’Emiciclo. Prima di entrare nella sala, Fini ha salutato un bimba nata il 10 aprile scorso, a quattro giorni dal sisma, e indirizzandosi ai giovani genitori ha detto loro «questo è il simbolo della speranza del futuro». La bimba si chiama Alice Gea Fontanazza, ed è figlia di un ex giocatore dell’Aquila rugby, Marco. Il presidente della Camera, in precedenza, durante una passeggiata lungo il centro storico de L’Aquila si è fermato, in via XX settembre, dinanzi alle macerie della casa dello studente. Qui sono morti 8 giovani che sono stati colti nel sonno dal terremoto. Fini era accompagnato dal presidente del consiglio regionale d’Abruzzo, Nazzario Pagano e dal presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi. Nel suo discorso al Consiglio regionale, il presidente della Camera ha detto: «Non ci sono dubbi: L’Aquila è stata la capitale del dolore italiano. Ci sono state convinte attestazioni di solidarietà della comunità nazionale – ha detto Fini – grande è stata la vicinanza della comunità internazionale. Questo dramma ha colpito la profonda sensibilità di tutti senza retorica».

LE RESPONSABILITA’ – Poi «la necessità che la magistratura accerti le responsabilità per l’eventuale violazione di norme di sicurezza nella costruzione di edifici pubblici e privati che dovevano resistere al sisma de L’Aquila» è stata sottolineata dal presidente della Camera. «Tali eventuali casi – ha aggiunto Fini – presenterebbero, inoltre, una valenza nazionale, in un paese come l’Italia esposto a rischio di terremoti o di altri catastrofici eventi naturali. Occorre l’impegno – ha concluso – delle istituzioni locali e nazionali e non transigere nella prevenzione e nel rispetto delle regole».

Ore 3.22 del 6 aprile: un mese fa la scossa che devasta L’Aquilaultima modifica: 2009-05-06T13:09:39+02:00da
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