L’inchiesta/L’accusa: importavano princìpi attivi coperti da brevetto. L’azienda nega. Perquisita la sede dello stabilimento fiorentino
Un laboratorio
L’inchiesta porta un nome abbastanza delicato — «Farmaco Scarlatto » — ma la sostanza è ben diversa. O per lo meno è quello che spunta da un’indagine ben precisa. La magistratura fiorentina, diretta dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, sta infatti facendo luce su un presunto traffico internazionale di «principi attivi». Un giro di farmaci che, a detta dell’accusa, ruota attorno all’Italia, Honk Kong, la Svizzera e la Norvegia. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Luca Turco, che ha la fama di magistrato duro e inflessibile. È stato lui che, ieri mattina, ha mandato i carabinieri del Nas a perquisire diverse aziende farmaceutiche.
LE PERQUISIZIONI – A Firenze i militari hanno passato al setaccio la Menarini, azienda leader del settore in Italia, secondo i rating diciannovesima in Europa (su 2.311 concorrenti) e trentaseiesima nel mondo (su 4.641 aziende). La procura fiorentina ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di truffa. La vicenda ha per oggetto un presunto traffico internazionale di «principi attivi» protetti da brevetto. Secondo i primissimi risultati degli inquirenti, dietro ci sarebbe un meccanismo ben preciso. Di fatto, almeno secondo l’accusa, esiste una holding capofila che ha sede a Lugano (Svizzera), che a sua volta si avvale per i suoi scopi di alcune società controllate da una terza società, diretta da due svizzeri. Un gioco a incastro, un puzzle che gli inquirenti hanno ricostruito dopo diverso tempo. Sempre secondo l’accusa, la società luganese gestisce, per conto della Menarini, l’intero commercio delle materie prime attraverso una seconda società, che per gli inquirenti rappresenterebbe una sorta di «paravento ». Questi i dati che sono serviti a incrociarsi con quelli di un contratto avvenuto alcuni anni fa proprio tra l’azienda farmaceutica fiorentina e un’altra società: quel contratto prevede che venga concessa la licenza per due «princìpi attivi» ben precisi. Ovvero la pravastatina e il fosinopril. Quel contratto, almeno secondo gli inquirenti, prevede che l’approvigionamento dei princìpi attivi avvenga esclusivamente da una casa farmaceutica. Ma è qua che il percorso devia, sempre secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti: l’approvigiobamento sarebbe avvenuto tramite un’altra società che ha sede in Nuova Zelanda. Con prodotti che arrivano direttamente da Honk Kong. La complessità dello schema delle varie società rappresenta molto bene un intreccio che deve essere ancora approfondito. Ed è per questo motivo che ieri mattina, oltre a perquisire la sede centrale della Menarini, i carabinieri del Nas hanno perquisito anche le abitazioni private di una decina di persone.
GLI INDAGATI – Sul registro degli indagati sono così finiti i vertici della casa farmaceutica del capoluogo toscano: il presidente del gruppo, il cavaliere del lavoro Alberto Aleotti, e gli assistenti del presidente, Lucia Aleotti e Alberto Giovanni Aleotti. Si tratta, ovviamente, di un atto dovuto. L’azienda replica: «Respingiamo nella maniera più decisa e categorica qualsiasi illazione in merito a una presunta importazione illegale di un principio attivo dalla Cina e alla violazione di qualunque diritto di brevetto». Al momento gli inquirenti fanno un’ipotesi ben precisa: grazie a questo presunto meccanismo, la fatturazione dei prodotti importati sarebbe risultata superiore a quella reale. Ecco perché accanto ai carabinieri del Nas ci sono anche i funzionari delle Agenzie delle Entrate, che stanno facendo accertamenti per conto della magistratura. È chiaro che l’indagine è appena all’inizio. E che tutto il materiale sequestrato sarà passato al setaccio del Nas. Non fosse altro per l’importanza dell’azienda che nasce oltre un secolo fa (esattamente nel 1886) in un piccolo laboratorio della Farmacia Internazionale di Napoli e si trasferisce a Firenze nel 1915, dove tuttora ha la sua sede centrale. Una storia importante come i dati stessi dell’azienda che, non più tardi di tre anni fa, dava lavoro a oltre diecimila dipendenti sparsi in tutta Italia. Produce 450 milioni di confezioni di medicinali all’anno nei due stabilimenti di Firenze, nel nuovo stabilimento di L’Aquila, e in quelli di Pisa, Lomagna , Barcellona, Istanbul e Berlino. Nel gennaio 2006 Menarini ha acquisito l’impianto farmaceutico AWD Pharma di Dresda che le ha permesso ti potenziare la propria presenza sui mercati dell’Europa centrale e orientale.
Simone Innocenti