L’Incontro annuale con l’Associazione dei Corrispondenti. Il presidente prende in giro amici e nemici. E se stesso
WASHINGTON – Non ha risparmiato nessuno. Con ironia caustica, a tratti contundente. Repubblicani e democratici, Dick Cheney e Joe Biden, collaboratori e avversari, Hillary Clinton, sua moglie Michelle e, come vuole il rito, neppure se stesso. E come si dice in America, he brought down the house, ha buttato giù il teatro a forza di applausi. Barack Obama ha fatto il suo debutto, sabato sera, alla cena annuale della White House Correspondents’ Association, l’associazione dei giornalisti che coprono la presidenza, l’appuntamento probabilmente più mondano e conteso della capitale americana.
Un galà da 2.500 persone, dove per tradizione il presidente mescola il serio alla celia e tutti i grandi media fanno a gara per avere ai loro tavoli il meglio di Hollywood, che questa volta non si è fatta pregare due volte, rapita dal fascino di Obama: c’erano fra gli altri Robert De Niro e George Lucas, Demi Moore col giovane compagno Ashton Kutcher, Glenn Close e Ben Affleck, Sting e Steven Spielberg, Forest Whitaker e Donatella Versace, Tom Cruise e Katie Holmes. «Credo che i miei prossimi cento giorni saranno così pieni di successo, che li completerò in 72 giorni e al settantatreesimo mi riposerò», ha esordito fra le risate Obama, che ha appena girato la boa fissata da Roosevelt. Una delle battute migliori l’ha dedicata a Hillary: «Siamo stati rivali, ma oggi non potremmo essere più vicini: appena è tornata dal Messico, mi ha subito abbracciato suggerendomi di andarci », ha detto il presidente, riferendosi al rischio di contagio del virus H1N1. Evocando la nota tendenza alla scurrilità del capo del suo staff, Obama ha spiegato che «il motherday, la festa della mamma è una festa difficile per Rahm Emanuel, che dopo la parola mother non è abituato a usare day ». In effetti l’epiteto preferito da Emanuel è motherfucker, bastardo. L’assenza di Dick Cheney alla cena dei corrispondenti? «È occupato a scrivere le sue memorie — ha sibilato Obama— dal titolo provvisorio ‘Come sparare agli amici e interrogare le persone’». Durante una battuta di caccia, l’ex vicepresidente infatti sparò accidentalmente, ferendo un conoscente scambiato per una preda. E quanto alle interrogazioni, Cheney ancora oggi difende l’uso del waterboarding contro i presunti terroristi islamici.
Neppure Michelle, vera star della serata in fucsia e a braccia scoperte, è sfuggita ai lazzi del marito: «Sta cercando di rimarginare le divisioni della nazione, compreso the right to bare arms », che può significare sia il diritto alle braccia nude, ma anche il diritto a portare armi, sancito dal secondo emendamento della Costituzione, uno dei temi più controversi della vita pubblica americana. Obama ha anche rovesciato, probabilmente senza pensarci, la celebre e sfortunata battuta di Silvio Berlusconi sulla sua abbronzatura. Parlando del leader repubblicano al Congresso, John Boehner, patito della lampada, il presidente ha detto: «Abbiamo molto in comune: anche lui è una persona di colore, ma quello suo non mi sembra naturale». Verso la fine del suo discorso, Obama ha poi scelto note più serie, dedicando alcune riflessioni all’industria dei media, alle prese con una crisi sistemica, dove la recessione economica e la rivoluzione tecnologica innescata dalla rete si combinano con effetti micidiali: «Molti giornalisti — ha detto il presidente — hanno perso il lavoro negli ultimi mesi e molte testate lottano per rispondere ai cambiamenti in atto. Non tutto sarà a lieto fine, ma sappiamo anche che il successo dei media è essenziale al successo della nostra democrazia ». E ha chiuso citando Thomas Jefferson: «Tra un governo senza giornali e giornali senza un governo, io preferirò sempre la seconda opzione».
Paolo Valentino