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Usa: commuove in tv il documentario sulla malattia di Farrah Fawcett

 

Trasmesso dalla Nbc «Farrah’s Story» in cui l’attrice fa vedere la sua lotta contro il cancro e dallo schermo accusa: «Perché non si fa più ricerca su alcuni tipi di tumore?»

 

La Fawcett in ospedale (Reuters)

LOS ANGELES (USA) – Lo hanno seguito più di nove milioni di persone, un ascolto quasi da record per la Nbc. Venerdì scorso è stato trasmesso dal network americano «Farrah’s Story», (la storia di Farrah), un documentario di due ore e mezza che narra l’agonia e i dolori vissuti da Farrah Fawcett, sex symbol degli anni ’70 (celebre la sua interpretazione in Charlie’s Angels), a cui circa tre anni fa fu diagnosticato un cancro al retto. Il documentario, girato e prodotto da Alana Stewart, migliore amica dell’attrice sessantaduenne, racconta spezzoni degli ultimi due anni di vita della Fawcett, che adesso è in fin di vita dopo che il cancro si è propagato anche al fegato. Ad assistere l’attrice c’è sempre il compagno Ryan O’Neal, che negli anni ’70 divenne celebre in tutto il mondo per i ruoli di protagonista nei film “Love Story” e “Barry Lyndon”.

CHEMIOTERAPIE – Nel 2006 l’attrice, dopo che le era stata diagnostica la terribile malattia, aveva pensato di filmare una sorta di diario personale che poi sarebbe stato visto solo dalle persone più intime. Più tardi invece la Fawcett ha deciso di trasformare il progetto in un documentario. L’attrice spera che queste immagini di sofferenza e dolore spingano gli Usa ad aumentare i fondi per la ricerca sul cancro. Il documentario si apre con la Fawcett che dice: «Nel settembre del 2006 ho sentito tre parole – maligno, tumore e anale – che non avrei mai voluto sentire». L’attrice si sottopose a un ciclo di chemioterapie e radioterapie in una clinica di Los Angeles e nel febbraio del 2007 i dottori le annunciarono che il cancro era stato sconfitto. Purtroppo dopo appena tre mesi la malattia ricomparve: «Tutto cambiò quando io sentii una quarta parola – ricomparsa – che io non avrei mai voluto sentire» dichiara la Fawcett in una scena del documentario.

SOFFERENZA E DIGNITA’ – La Fawcett non si dà per vinta e si sottopone anche a nuove cure in Germania. Nelle riprese l’attrice appare spesso di buon umore, affronta con dignità il dolore e spera sempre in un miracolo. I dottori le danno di nuovo speranza e il documentario racconta la felice vacanza in Messico di un anno fa quando sembrava che la donna avesse di nuovo sconfitto la malattia. L’illusione dura pochi giorni ed è la stessa attrice che singhiozzando annuncia che le nuove analisi dimostrano che il cancro non solo non è scomparso, ma si è propagato fino al fegato. «Mi sento come un cane che è stato dal veterinario troppo volte» dichiara sconsolata l’attrice, che negli ultimi mesi ha anche cominciato a perdere i suoi splendidi capelli biondi. Negli ultimi minuti del documentario compaiono le persone più vicine alla Fawcett che l’assistono mentre la malattia diventa sempre più dolorosa. Compare anche Redmond, figlio ventiquattrenne della Fawcett, che ha ottenuto un permesso dal carcere dove sta scontando una pena per detenzione di eroina. Il documentario termina con una sofferente Fawcett che guarda dritto nella telecamera e chiede: «Perché non si fa più ricerca su alcuni tipi di cancro? Perché il nostro sistema sanitario non sperimenta cure alternative che in altri paesi hanno prodotto successi? Io ho avuto il cancro, ma sono viva. Voi per che cosa state lottando?».

COMMENTI – Alcuni personaggi famosi e amici della Fawcett che hanno assistito ad una proiezione del documentario si dichiarano commossi. «E’ davvero intenso» dichiara l’attrice Melanie Griffith. «Tutti dovrebbero vedere questo film». Ma le parole più toccanti sono quelle del compagno della Fawcett, Ryan O’Neal, che ha commentato: «In questi due anni l’ho amata ancora di più…E’ davvero coraggiosa, è senza paura».

Francesco Tortora

Usa: commuove in tv il documentario sulla malattia di Farrah Fawcettultima modifica: 2009-05-17T16:09:03+02:00da
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