TORINO – L’offerta per Opel riguarda anche le attività di Vauxhall, in Inghilterra. Lo rende noto la Fiat nel comunicato in cui annuncia ufficialmente la presentazione dell’offerta. Se l’operazione verrà finalizzata -si legge nel comunicato – sarà possibile dar vita a una nuova società che integrerà le attività di Fiat Group Automobiles, inclusa la partecipazione in Chrysler, e di Opel. L’advisor per l’operazione dovrebbe essere Unicredit, secondo indiscrezioni del mondo finanziario.
IN TUTTO SONO TRE LE OFFERTE
Sono tre le offerte, fra cui quella di Fiat, arrivate per Opel. E’ quanto rende noto la Bloomberg che cita un portavoce di Gm Europe. Secondo fonti del governo, oltre alla casa torinese, avrebbero presentato la propria proposta il produttore di componentistica canadese Magna International (insieme alla russa Gaz) e il fondo di investimento belga Rhj.
Una decisione sul futuro della Opel dovra’ essere presa al piu’ tardi ”all’inizio della settimana prossima”. Lo ha detto oggi il ministro del Lavoro tedesco, Olaf Scholz. Al termine del vertice straordinario dell’Esecutivo tedesco sulle sorti della casa automobilistica, Scholz ha sottolineato inoltre: ”Non abbiamo molto tempo”.
SACCONI, DOMANI VICENDA IN CDM
La vicenda Fiat arriva domani in Consiglio dei ministri che discutera’ anche sulla richiesta di un confronto con azienda e sindacati. E’ il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ad annunciarlo, nel giorno in cui il Lingotto presenta a Berlino la sua offerta per Opel. A Piazza Affari il titolo chiude sulla soglia degli 8 euro (7,98), in crescita dell’1,79%, con oltre il 5% del capitale che passa di mano. Sergio Marchionne e il presidente Luca Cordero di Montezemolo spiegano le mosse della Fiat alla famiglia riunita nel centro di Balocco, in provincia di Vercelli, per l’assemblea dell’accomandita Giovanni Agnelli e C., la cassaforte che detiene il controllo di Exor e della Fiat. E dal governo l’amministratore delegato incassa un nuovo attestato di fiducia e di stima dal governo. ”La migliore garanzia per il mantenimento del lavoro anche nel nostro Paese e’ che la Fiat cresca”, dice il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, che parla di offerta ”accolta bene” e invita ”a lasciar lavorare Marchionne in questa difficile trattativa”. Lo stesso Scajola ci tiene a dire di non aver mai sentito parlare di chiusura di due stabilimenti italiani, alludendo ai rischi paventati per Pomigliano e Termini Imerese: ”noi non seguiamo voci – spiega – ma la realta”’. Una convinzione che ha anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale non esistono ”ragioni industriali per le quali gli stabilimenti italiani della Fiat debbano chiudere. Se ci sono, sono di natura politica, e questo sarebbe inaccettabile”. ”I sindacati non saranno convocati a giochi fatti”, assicura Sacconi di fronte alle nuove, pressanti richieste delle organizzazioni dei lavoratori. ”Vogliamo l’incontro con la Fiat prima che l’azienda concluda l’intesa con Chrysler e Opel”, insiste il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi. ”Continuiamo a essere tenuti all’oscuro – dice Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom – Marchionne sta trattando con tutti tranne che con noi”. Il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, torna a sollecitare il governo perche’ convochi Sergio Marchionne ”per avere quelle garanzie che ancora non ha avuto”, mentre il Consiglio regionale della Campania approva all’unanimita’ un ordine del giorno a sostegno della vertenza Fiat. Il leader del Pd, Dario Franceschini, chiede al governo di battersi perche’ la Fiat si impegni a non smantellare gli stabilimenti in Italia. E dal mercato arrivano segnali contrastanti. L’azienda annulla una settimana di cassa integrazione a Mirafiori sulla linea di produzione dell’Alfa Mito per 1.800 lavoratori, ma annuncia il ricorso a tre settimane di cig, dal 15 giugno al 3 luglio, nello stabilimento Powertrain di Torino.