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Loredana Bertè e il padre violento «Mimì, nella bara, era piena di lividi»

 

«Quando nostra madre aspettava il maschio, Lui la prese a calci nella pancia». L’infanzia difficile e le ultime ore di vita della sorella Mia Martini: l’intervista choc della cantante

 

 

Mia Martini e Loredana Bertè

Così esplicita sulla sua infanzia e sulla morte dell’adorata sorella Mia Martini forse Loredana Bertè non era mai stata. E lo sfogo, in un’intervista rilasciata alla rivista Musica leggera in edicola la prossima settimana, è stato così dirompente da lasciare quasi senza parole l’interlocutore. «Ho saputo che Mimì era andata due giorni dal padre, che non vedeva da 40 anni» racconta la Bertè al giornalista Maurizio Becker. Siamo nel maggio del 1995. Loredana parla di Giuseppe Radames Berté, stimato professore di latino e greco a Bagnara Calabra. Il padre delle due cantanti abitava a quell’epoca a Cardano al campo. «Lui le ha dato un appartamento del ca…, dove non c’era niente. C’era un materasso steso per terra e basta. Mimì si lamentava, diceva che quel posto faceva schifo e che non ci sarebbe rimasta. C’è stata in tutto tre giorni: uno da viva e due da morta (Mia Martini è morta il 12 maggio, ndr), ma in quell’appartamento ce l’ha messa il padre, poteva tenersela lui…poi quando l’ho vista dentro la bara, era massacrata, piena di lividi».

MIMI’ AVEVA UN SESTO SENSO» – Parole pesanti come pietre, che lasciano perplesso lo stesso Becker. Il quale fa notare alla Bertè che il referto ufficiale, redatto dopo l’autopsia sul corpo di Mia Martini, parlava di arresto cardiaco per overdose di stupefacenti. «Che ne so– replica la Berté – magari Mimì si è fatta uno spinello, e lui è entrato e l’ha massacrata. Perché è sempre stato così: un padre padrone. A mia madre la prendeva a calci in c…, le dava il veleno». La Bertè ora è un fiume in piena e alza il velo sulla scomparsa della sorella e su un’infanzia difficile, fatta di violenza, incomprensioni e fughe. Lei e le due sorelle Mimì e Leda hanno dovuto fare i conti con un padre padrone, ai limiti della perversione: «Mimì aveva un sesto senso, aveva capito che quando in casa si sentiva Beethoven a tutto spiano, stavano per arrivare le botte. Allora scappava e mi portava via, mi portava davanti al mare. Alla sorella più grande, Leda, un giorno l’ha fatta volare dalla finestra solo perché aveva preso 6 in latino, e lui che era professore di latino e greco non poteva sopportarlo».

«PRESE A CALCI MIA MADRE INCINTA» – «L’unica ad averla scampata sono io – aggiunge Loredana -. Mica ero scema. Ero piccola, ma le cose le vedevo: ad esempio che lui gonfiava di botte la mamma ogni volta che rimaneva incinta». E qui la Bertè si abbandona ancora ad una confessione agghiacciante: «Quando nostra madre aspettava il maschio. Lui la prese a calci nella pancia e io vidi il pavimento del bagno che aveva cambiato colore: aveva ammazzato l’unico figlio maschio. Allora ce ne siamo andate, io e Mimì. E così purtroppo quello è morto, non ce l’ha fatta».

Loredana Bertè e il padre violento «Mimì, nella bara, era piena di lividi»ultima modifica: 2009-05-22T13:21:00+02:00da
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