La clinica: in tre mesi boom di richieste. Praga, benefit per bloccare la fuga: in cambio un contratto di lavoro per tre anni
(foto di Marcella Milani) |
PRAGA — Gli infermieri sono merce rara. In Italia. In Europa. Nel mondo, visto che quelli dei Paesi più poveri migrano in cerca di salari migliori nelle regioni più ricche. E così, per fermare l’emorragia e reclutare nuove infermiere, una clinica privata di Praga ha offerto un benefit unico nel suo genere: un’operazione di plastica al seno (cosce e/o pancia) in cambio di un contratto di lavoro per tre anni. «È stato un successo: in tre mesi abbiamo incrementato le domande del 10%», ha esultato Jiri Schweitzer, amministratore delegato della Iscare, sfidando le polemiche nate sul caso. «Ovviamente, se la dipendente vorrà andarsene prima, dovrà rimborsare i costi dell’intervento». Petra Kalivodova, 31 anni, è una delle prime infermiere ad aver firmato il contratto. Tra i benefit proposti — lezioni di tedesco, cinque settimane di vacanza o chirurgia plastica — ha scelto un’operazione estetica al seno. Nella Repubblica Ceca l’intervento costa, normalmente, 2.600-2.800 euro. Una spesa, ha dichiarato Petra all’International Herald Tribune, che non avrebbe mai potuto sostenere con i suoi mille euro scarsi al mese di stipendio. «Mi sento meglio quando mi guardo allo specchio», ha detto. «Ci hanno sempre insegnato che se un’infermiera è bella, intelligente e ama il suo lavoro, il recupero dei suoi pazienti è più veloce». Dunque, perché no?
Solo nell’ultimo anno 1.200 infermieri hanno lasciato la Repubblica Ceca per cercare un impiego all’estero. Germania e Gran Bretagna in primis. Ma anche in Italia. All’appello, secondo le associazioni di categoria, mancherebbero a 5.000 dipendenti. A Brno, per questo motivo, un ospedale è stato costretto a chiudere il suo reparto di terapia intensiva. E pure la pubblica Na Bulovce di Praga, insieme a buoni pranzo e assistenza ai figli, ha deciso di offrire come benefit ai suoi infermieri «operazioni di estetica a prezzi ridotti».
«Anche nel nostro Paese, soprattutto le cliniche private, ricorrono a una serie di benefit per attirare infermieri. Ma questi casi, gravissimi, sono l’emblema di un’emergenza ormai globale», afferma Annalisa Silvestro, presidente della Federazione nazionale dei collegi infermieri. In Gran Bretagna sono state temporaneamente tagliate decine di letti negli ospedali. Negli Usa il governo ha stimato una carenza di un milione di infermieri entro il 2016. «In Italia ne mancano tra i 40.000 e i 60.000», spiega Silvestro. «Contiamo 375.000 infermieri e di questi 30.000 sono stranieri. Anche se si inizia a vedere un esodo all’inverso, questo è un bene per noi e un male per i loro Paesi: ecco perché i governi devono affrontare il problema a livello globale». Concorda Giovanni Muttillo, presidente del Collegio Ipasvi di Milano, che rilancia: «Noi stiamo cercando di contrastare in tutti i modi queste speculazioni, è in corso una vera e propria tratta degli infermieri ». E spiega: «I benefit spregiudicati e le organizzazioni che reclutano infermieri in modo irregolare (diplomi falsi, sequestro di documenti) fanno parte di un’unica realtà che travalica i confini e fa male alla salute globale».
Alessandra Mangiarotti