L’aggressione domenica sera, davanti a un bar di via Satta. Preso un pregiudicato per l’omicidio di Francesco Crisafulli. Ha dormito nei campi per nascondersi
MILANO – Per dargli un nome e un cognome la polizia aveva impiegato poche ore e forse nemmeno: la sua faccia a Quarto Oggiaro la conoscevano in tanti e lui non si era affatto preoccupato di nasconderla. Prenderlo è stata questione di un giorno e mezzo, giusto il tempo di cercarlo e trovarlo: la fuga di D.F., così si chiama il killer che l’altra sera aveva trasformato un bar di Quarto nella scena di un film di Tarantino, è finita tra le strade del quartiere e le campagne appena fuori, senza quasi cominciare.
Un uomo sui cinquanta, pregiudicato. Più che una fuga, in verità, il suo è stato un nascondersi da animale braccato: la polizia gli aveva fatto terra bruciata attorno, per una notte intera era rimasto sdraiato nei campi evitando le case di chi avrebbe potuto dargli una mano, tutte ormai tenute d’occhio. E appena ha messo fuori la testa dalla sua tana l’hanno beccato. È successo alle dieci di ieri sera. La stessa ora in cui lui, domenica, era arrivato in quel bar di via Satta per scaricare una pistola intera su Francesco Crisafulli — fratello del boss Biagio «Dentino» — ammazzando lui e lasciandosi dietro altri tre feriti. Se n’era andato a piedi, com’era arrivato: telecamere a parte (in quell’incrocio ce n’erano due), lo avevano visto in troppi. Più che una guerra tra clan sulla droga che circola in zona, sembra, dietro l’esecuzione ci sarebbe stato un fatto personale.
Paolo Foschini
che schifo