Nei lavori del nuovo ospedale coinvolte imprese vicino a Cl e coop rosse. Dossier del ministero dell’Economia: oltre 100 violazioni
Il cantiere del nuovo ospedale |
MILANO — «Appalti irregolari», «nomine illegittime», «consulenze anormalmente elevate»: un dossier del ministero dell’Economia mette in luce l’intreccio di interessi economici, con uso improprio di soldi pubblici, che si nasconde in Lombardia dietro la riqualificazione di uno dei più importanti ospedali del Nord Italia, il Niguarda, 1.285 posti letto per 56 mila ricoveri l’anno. Sono 416 pagine choc in cui vengono contestati episodi di (mala)gestione che si sono accavallati negli ultimi dieci anni. Sotto accusa, in particolare, gli affari che ruotano intorno al progetto per la nascita del nuovo ospedale, un’operazione da oltre un miliardo di euro che vede per protagoniste due società a capitale pubblico/privato: la Nec Spa (considerata vicino a Comunione e Liberazione) e la Progeni Spa (legata alle cooperative rosse). «Si ritiene che l’appalto in concessione per la riqualificazione del Niguarda, per come è stato preparato, progettato, finanziato, condotto e per come sarà eseguito e amministrato abbia costituito e prodotto un grave danno patrimoniale alla Pubblica amministrazione» è scritto nel rapporto.
Sotto tiro anche l’attività svolta da Finlombarda, la società finanziaria di Regione Lombardia, e Infrastrutture Lombarde Spa, che per conto del Pirellone si occupa di sviluppo territoriale. I controlli sono stati svolti dagli uomini dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica tra il 13 aprile 2007 e il 6 febbraio 2008. La loro durata è stata, dunque, di dieci mesi. Il fascicolo, datato 19 novembre 2008 e firmato da Giuseppe Lombardo, è arrivato sul tavolo dei vertici della Sanità lombarda due settimane fa. Oltre 100 le violazioni contestate in totale tra gare d’appalto svolte in modo da limitare la concorrenza, incarichi affidati con forzature normative a manager senza i requisiti professionali necessari, compensi anomali, anche da 100 mila euro, per consulenti esterni. Oltre alla progettazione edilizia e all’esecuzione dei lavori per i nuovi edifici da 130 mila metri quadrati, le irregolarità denunciate dopo l’ispezione amministrativo-contabile riguardano le procedure d’appalto per la ristorazione, il servizio bancario interno e per quello di diagnostica per immagini. Le contestazioni partono dalla metà degli anni Novanta.
Ma i problemi principali emergono soprattutto nella costruzione dell’ospedale. Vengono indicate contraddizioni, ambiguità e omissioni nel bando di gara: gli ispettori sollevano «forti perplessità sulla volontà di ricerca di tutte quelle condizioni di trasparenza che avrebbero dovuto circondare un appalto di così lunga durata». Non solo: «Nella commissione (di aggiudicazione dell’appalto, ndr) non figura nessun membro esperto in economia aziendale, una delle materie, se non l’unica materia prevalente sulla quale sarebbe stata impostata la valutazione delle società partecipanti». E ancora: «La procedura non garantisce “la par condicio” di tutti i concorrenti, in particolare per quelli provenienti da località lontane, fuori Milano, che proprio in quel giorno potrebbero non avere avuto disponibilità di tempo». Non finisce qui. Gli uomini del ministero dell’Economia chiamano in causa anche Finlombarda e Infrastrutture Lombarde Spa: alla prima, secondo gli ispettori, è stato liquidato irregolarmente un corrispettivo da 4 milioni e 200 mila euro; alla seconda è stata affidata una consulenza ritenuta illegittima e pagata 7 milioni di euro. Il ministero dell’Economia contesta, di fatto, l’ingerenza delle società del Pirellone che così ha gestito una parte importante del progetto. Gli avvocati del Niguarda sono al lavoro per accertare le contestazioni e capire l’entità di un eventuale danno erariale. Adesso il rischio è il blocco dei cantieri. E l’esame del fascicolo da parte della Procura della Repubblica e della Corte dei conti.
Simona Ravizza