MA SCAJOLA: «LA PARTITA E’ ANCORA APERTA». Accordo vicino con Magna. Marchionne: «La trattativa sta diventando una soap opera brasiliana»
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L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne (Afp) |
BERLINO – Magna e General Motors avrebbero raggiunto un accordo di massima sulla Opel, secondo l’emittente tv tedesca N-24 e il canale pubblico Zdf. In serata inoltre fonti del governo tedesco hanno fatto trapelare che il piano Magna ha fatto passi avanti nel corso dell’esame in atto presso la cancelleria di Berlino. Dunque la Fiat sarebbe fuori dalla corsa per l’acquisizione della casa automobilistica tedesca.
MEMORANDUM D’INTESA – L’agenzia Reuters riporta che Magna e Gm stanno cercando adesso di arrivare a un memorandum d’intesa su cui il governo tedesco dovrebbe poi basare la decisione per il previsto finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro alla Opel. Sul memorandum inoltre si baserebbe la prevista amministrazione fiduciaria temporanea della società, necessaria per proteggerla dai creditori nel caso di bancarotta della casa madre americana General Motors. «Un accordo quadro è stato raggiunto – scrive la Reuters citando una fonte vicina ai colloqui -. L’obiettivo è di definire il maggior numero di dettagli possibile prima dell’incontro con la Merkel per firmare un memorandum d’intesa oggi».
VERTICE – Il governo tedesco ha rinviato di due ore il vertice in programma alle 16. All’incontro non partecipano i rappresentanti di Fiat, Magna e Gm, ma solo esponenti del governo tedesco nazionale e regionali. È improbabile che venga presa qualche decisione definitiva sul futuro partner della casa automobilista. Secondo il ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg non ci sono garanzie che oggi si raggiunga un accordo per Opel. Il ministro conferma però che Magna e Gm stanno ancora discutendo una possibile intesa: «Ci sono alcune idee di Magna su cui si sta ancora discutendo con Gm e che anche noi stiamo esaminando. Non ci sono garanzie che oggi arriveremo a un accordo».
MARCHIONNE: «SOAP OPERA» – Duro il commento di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat: «Le trattative con la Opel stanno diventando una specie di soap opera brasiliana in un anno elettorale». Per Fiat, Chrysler è «l’obiettivo primario», ma non è venuto meno l’interesse per Opel e in particolare per le attività in America Latina di General Motors. Ma in ogni caso «la vita va avanti», spiega l’ad: se Fiat non riuscirà ad acquisire Opel, continuerà a cercare un accordo per Saab. Invece Fiat non è interessata a una cooperazione con Magna su Opel, né all’acquisto del marchio Saturn di Gm. Infine Marchionne ha espresso l’auspicio che la Ue, seppure in ritardo, si occupi della vicenda Opel.
«NO RISCHI INUSUALI» – Poche ore prima la Fiat aveva fatto sapere che non intendeva partecipare alle riunioni «che hanno come unico argomento all’ordine del giorno il supporto finanziario di urgenza a Opel». Il gruppo di Torino «riafferma il suo interesse alla ricerca di un possibile accordo», ma non avendo avuto il tempo necessario per una valutazione della situazione finanziaria dell’azienda tedesca non può prendersi «rischi inusuali». Ricorda le proposte fatte e aggiunge: «Di più non ci può essere richiesto».
ULTIME RICHIESTE – Nella nota, la Fiat «riafferma il suo interesse alla ricerca di un accordo con General Motors per la possibile fusione delle proprie attività automobilistiche con quelle di Opel», che porterebbe alla creazione del secondo produttore automobilistico in Europa. «Il piano proposto da Fiat – prosegue la nota – limiterebbe i costi sociali del processo di integrazione e al tempo stesso consentirebbe di ottenere significative sinergie attraverso la condivisione di piattaforme, componenti, motori e trasmissioni». La ricerca di un partner per Opel, iniziata da Gm e proseguita dal governo tedesco, «è stato un processo complicato e difficile – sottolinea Marchionne -. Siamo coinvolti in queste attività da un certo numero di settimane, ma le questioni emerse nelle ultime fasi del negoziato tra martedì e mercoledì ci hanno sorpreso negativamente, dal momento che non eravamo stati informati di certi dati e informazioni finanziarie chiave che consideriamo essenziali per la formulazione di un’offerta di fusione seria». Perciò, Fiat «non ha avuto pieno accesso alle informazioni contabili di Opel per determinare con esattezza la situazione finanziaria della stessa Opel e poter così formulare un’offerta di fusione che tenga in considerazione sia le esigenze di General Motors come venditore che quelle di Fiat». «Le richieste dell’ultima ora costringerebbero, fra l’altro, Fiat a sostenere finanziariamente Opel nell’immediato – spiega il comunicato della casa torinese -, mentre il governo tedesco determina i tempi e le altre condizioni del finanziamento ponte, esponendo così Fiat a rischi non necessari e irragionevoli». Senza il tempo necessario a una «valutazione di business» e le «usuali attività di due diligence». Marchionne ribadisce quindi l’offerta di «apportare le nostre attività automobilistiche senza debiti», ma «di più non ci può essere richiesto». Alla luce di queste considerazioni – conclude la nota – «Fiat ha deciso di non partecipare alle riunioni che il governo tedesco sta cercando di organizzare a Berlino».
SCAJOLA: «LA FIAT NON È FUORI DAI GIOCHI» – La Fiat non è fuori dai giochi: così il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha commentato le voci del presunto accordo tra Gm e la casa austro-canadese Magna. Scajola è a Bruxelles per l’incontro tra la commissione Ue e i ministri dell’industria europei per discutere del caso delle filiali europee di Gm. «L’ipotesi su cui si starebbe ragionando – ha spiegato Scajola – è quella della costituzione di una società, con un prestito ponte da 1,5 miliardi, che per sei mesi gestisce Opel e garantisce la permanenza dei siti nell’attesa che venga perfezionato l’accordo con l’acquirente, che potrà essere Fiat o Magna. Anche se per ora – ha aggiunto il ministro – General Motors sembra privilegiare Magna, pur in presenza di alcune parti un pò oscure in mancanza di una valutazione complessiva su Opel».
PRESTITO DI 1,5 MILIARDI – Il vice portavoce del governo tedesco, Thomas Steg, ha detto che Berlino intende concedere alla Opel un prestito ponte per un massimo di 1,5 miliardi di euro. «Oltre questa cifra, il governo non è disponibile – ha sottolineato -. Il salvataggio della Opel non sarà a ogni costo».