Il precedente della picchiata di un volo Qantas: era impazzito il computer
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Un Airbus 330-200 della compagnia di bandiera francese Air France come quello scomparso (Emblema) |
MILANO — Piloti ed esperti della sicurezza del volo concordano: «Un incidente aereo non avviene mai per una sola causa». A oggi gli unici dati disponibili per svelare il mistero del volo «447» di Air France sono i segnali automatici inviati dall’aereo, le testimonianze di alcuni piloti sulla stessa rotta, le inchieste sugli incidenti precedenti. Ecco le ipotesi.
La turbolenza e il fulmine. Nell’area intertropicale dove è scomparso il volo si sviluppano forti tempeste. L’ultimo messaggio inviato: «Stiamo per entrare in una forte turbolenza». Queste parole e i dati automatici trasmessi dall’Airbus, sono alla base della prima ipotesi formulata dalla compagnia: «Fulmine». Che ha colpito forse la parte sotto la cabina di pilotaggio dove c’è il «cervello» del velivolo. Ma gli esperti ridimensionano: «Un aereo è colpito almeno una volta l’anno da un fulmine, è protetto da scaricatori statici». Sotto accusa correnti a getto e verticali (in quell’area corrono fino a 200 km/h). O anche tempeste di ghiaccio con chicchi grandi quanto un pugno.
I cambiamenti climatici. All’origine delle violenta turbolenza in cui sarebbe trovato l’Airbus ci sarebbero i cambiamenti climatici. Tra i sostenitori dell’ipotesi c’è il climatologo Franco Prodi.
I segnali di avaria. Prima di scomparire l’aereo ha inviato sei messaggi automatici di avaria: guasto agli impianti elettrici che governano i comandi, velocità orizzontale e verticale irregolari, sganciamento del pilota automatico, forte depressurizzazione, guasto della piattaforma inerziale (il sistema di orientamento) e dell’orizzonte artificiale. Avarie reali, causate da eventi esterni o da un collasso informatico?
La velocità errata. L’Airbus procedeva con una velocità errata: i messaggi automatici inviati dal velivolo, dice l’ufficio d’inchiesta Bea, rivelano «incongruenze nelle diverse velocità misurate». Airbus ieri ha inviato una raccomandazione a tutti i suoi clienti sulle procedure da seguire in caso di incoerenza di rilevazione nelle velocità.
Il precedente della Qantas. Lo scorso 7 ottobre un Airbus 330 della Qantas (stesso modello) ha subito una picchiata di 2.000 metri: ferite 40 persone. L’inchiesta dell’aviazione civile australiana ha attribuito la causa a un collasso del sistema informatico che ha portato allo sganciamento del pilota automatico, alla picchiata (due) e a un atterraggio di emergenza (altri due episodi il 12 settembre 2006 e il 27 dicembre 2008). Da più parti (università del Massachusetts, air-accident.com, lo studio legale londinese Stewarts Law) i due incidenti sono da ricollegare. Ma Airbus nega analogie: «I due sistemi di navigazione sono diversi».
L’errore umano. Perché il comandante non ha evitato la forte turbolenza (un aereo sulla stessa rotta ha deviato di 60 km)? L’ha forse sorvolata? E in caso di avaria, l’emergenza è stata così grave da non essere controllata? In risposta a queste domande è stato ipotizzato anche l’errore umano.
Esplosione o «buco». I segnali automatici di avaria, in particolare quello di depressurizzazione e la mancanza di resti, fa pensare a un’esplosione in volo. Parziale (un cedimento strutturale? un buco nella fusoliera?) o totale. Un pilota Air Comet sulla rotta Lima-Madrid ha detto di aver visto un «lampo intenso di luce bianca». Ma se c’è stata esplosione totale, perché quei messaggi di avaria?
«Ustica 2». Collegata all’ipotesi dell’esplosione in volo c’è quella secondo la quale l’Airbus 330 potrebbe essere stato colpito da un missile. «È sparito nel nulla. Una vicenda misteriosa che rassomiglia moltissimo a quanto accadde al Dc 9 dell’Itavia al largo di Ustica», ha detto il giudice Rosario Priore.
Attentato terroristico.Secondo il governo francese «non è esclusa l’ipotesi dell’attentato terroristico »: «Non vi è alcun elemento o pista, ma l’inchiesta in corso non lo ha mai escluso». Finora nessuna rivendicazione.
Le altre tesi .In alcuni siti si ipotizza che i comandi possano essere impazziti a causa di forti campi elettromagnetici, come quelli emessi dalla stazione navale Harold E. Holt, finiti «sotto accusa » per gli incidenti alla Qantas. Ipotizzati anche misteri da Triangolo delle Bermuda e incontri ravvicinati con oggetti volanti non identificati.
Alessandra Mangiarotti