LE INDAGINI. Scoperta una struttura transnazionale che violava i sistemi informatici dei colossi delle telecomunicazioni
ROMA – Una struttura transnazionale che, grazie a sofisticate tecniche di hackeraggio, era riuscita a penetrare all’interno dei sistemi informatici di colossi multinazionali delle telecomunicazioni è stata smantellata dalla polizia a Brescia.
FORMAZIONI INTEGRALISTE ISLAMICHE – L’organizzazione acquisiva i codici di accesso che consentono di effettuare telefonate internazionali e li rivendeva in diversi altri Paesi, tra i quali l’Italia. Secondo gli investigatori parte dei proventi contribuiva a finanziare formazioni di matrice integralista islamica nel sud-est asiatico. Accertamenti sono in corso da parte della polizia di Stato a Brescia ed in altre città del centro-nord Italia.
L’ACCUSA – Nell’operazione, condotta dall’Ucigos in collaborazione con l’Fbi statunitense, sono stati arrestati cinque pakistani e un filippino, accusati di «aver carpito sistemi informatici a società internazionali», ha detto la polizia in una successiva comunicazione. L’inchiesta, dice la polizia, era partita due anni fa, sulla base di informazioni dell’Fbi su un gruppo di hacker filippini «accusati di essersi introdotti nei sistemi informatici di alcune compagnie telefoniche statunitensi per acquisirne i codici di accesso che abilitavano alle chiamate internazionali». Le indagini condotte a Brescia, dice la nota, «hanno accertato che il quarantenne pakistano Zamir Mohammad, gestore di un phone center a Brescia, era il principale acquirente per l’Italia e la Spagna di questi codici che, a sua volta, in parte rivendeva ad altri gestori di phone-center, in parte utilizzava in proprio nell’ambito della sua attività di gestore di phone-center». «Secondo l’ipotesi accusatoria – dice il comunicato – parte dei proventi dell’attività criminosa contribuiva a finanziare formazioni di matrice integralista islamica nel sud-est asiatico». Secondo una denuncia presentata dalla statunitense AT&T, citata dalla polizia, dal 2003 il mancato incasso per la compagnia telefonica provocato dalla truffa ammonterebbe a oltre 56 milioni di dollari.