Nell’hinterland milanese. Il piccolo, nove anni, era stato rimproverato dall’insegnante. La preside: un gioco finito male
MILANO – Un bambino di nove anni si è impiccato giovedì pomeriggio con il laccio dei pantaloni della tuta nella sua cameretta nell’hinterland milanese, forse a causa di una nota che l’insegnante gli aveva fatto per la scarsa attenzione prestata alle lezioni. Il bambino è stato trovato dalla madre che ha cercato, senza successo, di rianimarlo. Il piccolo, che frequentava la scuola elementare, secondo la ricostruzione dei carabinieri, giovedì pomeriggio era tornato a casa e aveva mostrato la nota dell’insegnante alla mamma. La donna era poi uscita per una commissione – doveva acquistare una maglietta per il bambino, per la recita scolastica di fine anno – quando il piccolo ha sfilato il laccio di una tuta che si trovava nella sua camera, l’ha legato probabilmente alla finestra e si è impiccato.
A trovare il corpo, intorno alle 19, è stata la madre che l’ha subito staccato dal cappio e ha tentato le manovre di rianimazione senza riuscirci. Sotto choc, la donna è stata poi ricoverata. Il piccolo viveva in una villetta a est di Milano con i genitori, entrambi operai. In casa non c’era il padre del piccolo che ora assiste la moglie ricoverata per un malore.
TRAGICA FATALITA’ – Grande sgomento nella scuola dove non riescono a spiegarsi il gesto del bambino. «La nota presa a scuola non c’entra nulla, è stata solo una tragica fatalità» dice la preside dell’Istituto. La preside ha incontrato questa mattina i genitori del bambino «e anche loro hanno escluso che la nota presa a scuola possa averlo indotto al suicidio: anche il padre mi ha detto che, con tutta probabilità, è stato un gioco finito male». «Ho firmato ieri la sua scheda di valutazione – aggiunge la preside – il ragazzo aveva tutti voti alti e anche la madre mi ha detto che non lo aveva visto particolarmente turbato per la nota, che altro non è che un richiamo scritto. Escludiamo quindi che sia stato un suicidio, l’idea è che abbia sperimentato un gioco finito male». I carabinieri, che indagano sulla vicenda, non fanno congetture sulle possibili motivazioni del bambino: per loro si tratta di un suicidio, ma al momento non ci sono elementi che facciano luce su ciò che può averlo provocato. Il pm Sergio Spadaro ha disposto l’autopsia.
LA RECITA – Venerdì sarebbe stato l’ultimo giorno di scuola e, in serata, era previsto uno spettacolo teatrale a cui doveva partecipare anche il bambino. «Doveva fare il capitano di una nave – racconta la preside – e quindi la madre era uscita per comprargli una maglietta bianca. Avevano parlato dello spettacolo e il ragazzo era particolarmente contento di farlo, quindi la madre non aveva notato assolutamente nulla che lo turbasse». Secondo una prima ricostruzione riferita dai genitori alla preside, il ragazzo è salito in piedi sul letto, si è poi legato con un laccio alla maniglia del pensile sopra il letto ma è poi probabilmente scivolato senza riuscire più a trovare un appoggio. Al piano superiore della villetta abitano i nonni che però non si sono accorti di nulla. «I genitori sono venuti a scuola – racconta la preside – proprio per chiarire che non attribuiscono nessuna colpa agli insegnanti con cui hanno parlato stamattina. Il padre soprattutto è convinto che sia stato un tragico gioco, la madre è davvero sconvolta. Ho pianto con loro e hanno accettato l’aiuto del nostro psicologo che avevo già fatto venire a scuola per i suoi compagni».