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Malindi, bruciano le ville degli italiani

 

La causa un corto circuito, poi un forte vento ha alimentato le fiamme. Oltre 150 abitazioni e 50 automobili in cenere nella zona di Kibokoni, molte appartenevano a nostri connazionali

 

Un violentissimo incendio è scoppiato nel pomeriggio a Malindi , la località turistica keniota frequentata da un folto gruppo di italiani. Oltre 150 ville e cottage e una cinquantina di automobili (molte appartenenti a nostri connazionali) nella zona di Kibokoni sono andati in cenere. La maggior parte delle abitazioni erano deserte perché la stagione turistica non è ancora cominciata. L’arrivo dei proprietari e dei visitatori è previsto a cominciare dalla prossima settimana.

Le fiamma a Malindi (foto di Robert Nyagah)

L’incendio, probabilmente il più grave in questo stazione turistica, è scoppiato alle 13 e si è sviluppato violento e distruttivo fino alle 16. Le fiamme si sono levate altissime giacché la maggior parte dei tetti delle ville sono in makuti, cioè fatti con fascine strette tra loro che lasciano passare l’aria ma non l’acqua della pioggia. Una copertura che prende fuoco facilmente.

Secondo lo stringer del Corriere a Malindi i pochi proprietari italiani che hanno visto la loro casa finire in cenere erano disperati. Hanno cercato di domare le fiamme con estintori ma senza successo. Molti di loro hanno perso tutto.

Il fuoco non ha risparmiato neppure il famoso Palm Tree Club hotel and il prestigioso Kibokoni Riding Center, centro ippico frequentato soprattutto dagli stranieri. La manager Lidia Filini, arrivata due giorni fa dall’Italia per preparare l’apertura estiva del villaggio, era in lacrime e il proprietario, Renato Marini, sotto choc.

Secondo le signora Filini, l’hotel da luglio sarebbe stato completo e la stagione si presentava come ottima. La tragedia ha distrutto tutto. “Ero a pranzo da amici quando ho visto il fumo alzarsi in questa direzione. Sono corsa qui ma non c’era più nulla da fare”, ha raccontato allo stringer del Corriere asciugandosi le lacrime. Quattro famiglie di stranieri che, nonostante gli appelli dei vigili del fuoco, si erano barricati nelle loro ville in procinto di essere divorate dalle fiamme sono stati salvati dalla polizia. Secondo Peter Kattam, uno dei capi delle forze dell’ordine, almeno una di esse è italiana. “Abbiano anche arrestato quattro sciacalli che stavano saccheggiando una delle ville semidistrutte”, ha raccontato.

Secondo le prime investigazioni, l’incendio è scoppiato a causa di un corto circuito che si è sviluppato a Rajo Villas. Nella zona a quell’ora soffiava un forte vento che ha alimentato le fiamme, facilmente “saltate” da villa a villa. Testimoni hanno detto che si sentivano esplodere le bombole di gas presenti in ogni cucina. L’intera area tra la villa Tamani Jua e il centro medico Rainbow care Center è andata completamente in cenere. Da villa Rajo il fuoco ha raggiunto Temple House e poi il Palm Tree Club, il Red Lion Hotel, la Ngorongoro House, la Bahati House, la Tembo House and il Kibokoni Riding Center. Da lì non è stato più possibile contare le case e i cottage bruciati, probabilmente più di centocinquanta.

Massimo A. Alberizzi

Malindi, bruciano le ville degli italianiultima modifica: 2009-06-22T07:16:07+02:00da
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