L’onu: stop alle violenze. arrestato giornalista del «washington times». Brown: «Una mossa ingiustificata, faremo altrettanto». Il Consiglio dei Guardiani: «Il voto non sarà annullato»
TEHERAN – È scontro aperto tra Teheran e Londra. Dopo aver accusato la Gran Bretagna di pilotare le proteste, l’Iran ha espulso due diplomatici inglesi. Gordon Brown ha parlato di mossa «ingiustificata», sostenuta da accuse «completamente prive di fondamento». «In risposta a quell’azione abbiamo informato l’ambasciatore iraniano che espelleremo due diplomatici dalla loro ambasciata di Londra – ha detto il premier alla Camera dei Comuni -. Mi dispiace che l’Iran ci abbia messo in questa posizione».
MANIFESTAZIONE ANNULLATA – Poche ore prima l’ambasciatore iraniano a Londra era stato richiamato per «consultazioni» e due giorni fa il presidente Ahmadinejad aveva intimato a Usa e Gran Bretagna di fermare le interferenze negli affari interni dell’Iran. In giornata era attesa una manifestazione di studenti islamici pro-Ahmadinejad avanti all’ambasciata britannica a Teheran, poi annullata in quanto il ministero dell’Interno ha negato l’autorizzazione. Lunedì il Regno Unito ha richiamato in patria le famiglie dello staff diplomatico.
«NON CI SONO BROGLI» – Intanto il Consiglio dei Guardiani della rivoluzione, organo incaricato della verifica sulla regolarità del voto del 12 giugno, ha escluso l’ipotesi di annullamento delle elezioni. «Non ci sono stati grandi brogli o falle nelle elezioni – ha detto il portavoce Abbas Ali Kadkhoudaei -. I risultati non saranno annullati». Ahmadinejad giurerà davanti al Parlamento per il secondo mandato tra il 26 luglio e il 19 agosto, insieme al nuovo governo. Ma il leader riformista Mir Hossein Mousavi non demorde e dal suo staff arriva l’annuncio che a breve sarà pubblicato un rapporto completo su «brogli e irregolarità» compiuti durante lo scrutinio. Forte la preoccupazione nella comunità internazionale: dopo la Repubblica Ceca, anche Francia, Svezia e Finlandia hanno convocato i rispettivi rappresentanti diplomatici in Iran. Parigi chiede che venga fatta «piena luce sulla regolarità delle elezioni».
APPELLO DELL’ONU – Dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, arriva un appello alle autorità iraniane perché metta immediatamente fine agli arresti, alle minacce e all’uso della forza. Ban si dice «costernato dalle violenze post-elettorali» in Iran, «particolarmente dall’uso della forza contro i civili che ha portato a perdite in vite umane e a feriti» e «invita le autorità a rispettare i diritti civici e politici fondamentali, in particolare le libertà d’espressione, di riunione e d’informazione». Immediatamente da Teheran è arrivata l’accusa di ingerenza: «Ban Ki-moon, sotto l’influenza di alcuni poteri, sta ignorando la realtà delle elezioni in Iran e le sue critiche sono chiaramente in contraddizione con le sue mansioni. Costituiscono una chiara ingerenza nelle questioni interne dell’Iran» ha detto il portavoce del ministro degli Esteri. L’appello del segretario dell’Onu ricalca quello lanciato giorni fa dal presidente americano Barack Obama, rimasto particolarmente colpito dalle immagini delle donne iraniane in piazza che difendono il loro diritto a manifestare e dal video che mostra Neda, la giovane uccisa sabato durante gli scontri a Teheran. «Obama si è commosso per quello che abbiamo visto in televisione, dalle immagini risulta evidente che la giustizia non è stata rispettata» ha detto il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs.
Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha detto che «abbiamo visto gli inizi del cambiamento» in Iran ma non ha dato l’appoggio degli Stati Uniti alle richieste di uno sciopero generale. «Penso che i manifestanti hanno ottenuto qualcosa, hanno attirato l’attenzione su quel che sta succedendo in Iran. Abbiamo visto gli inizi del cambiamento nel Paese», ha detto Gibbs.
GIORNALISTI ARRESTATI – Continua anche la “guerra” di Teheran contro i reporter stranieri, dopo che le autorità hanno vietato la libera attività della stampa indipendente accusandola di farsi «portavoce dei rivoltosi». Un giornalista greco che lavora per il Washington Times è stato arrestato: si chiamerebbe Iason Athanasiadis-Foden. Nei giorni scorso era stato incarcerato anche un giornalista di Newsweek, Maziar Bahari, con doppia cittadinanza iraniana e canadese: di lui non si hanno notizie. Domenica era stato espulso il corrispondente permanente della Bbc da Teheran, Jon Leyne, anche se l’ufficio di corrispondenza dell’emittente britannica è aperto. Il sito ufficiale del Fronte Nazionale, partito iraniano moderato di impronta liberale, ha dato inoltre notizia dell’arresto del suo leader, Kurosh Zahim, considerato più progressista dello stesso Mousavi.
IL VIDEO DI NEDA – Intanto si è appreso che il filmato della morte di Neda Soltani è stato messo su internet da un esule politico che vive in Olanda. Hamed, fuggito dall’Iran nel 2008 dopo che la polizia ha perquisito la sua casa a causa della sua attività di blogger, ha raccontato al quotidiano olandese Nrc di come ha ottenuto il filmato. Né lui né l’autore conoscevano Neda e loro stessi si erano conosciuti via Facebook. «Stavo comunicando con degli amici a Teheran via Facebook – racconta -, quando uno di loro mi ha scritto dicendo che avevano sparato a una ragazza accanto a lui e che aveva filmato tutto sul cellulare. Mi ha chiesto se lo volevo pubblicare su internet, l’ho fatto immediatamente». Teheran cerca invece di diffondere la notizia che si tratta di un falso.