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L’addio al re del pop, ucciso da un infarto

 

I soccorritori: quando siamo arrivati non respirava più. Michael Jackson si è sentito male a casa. Il fratello: «È crollato all’improvviso». Folla di fan davanti all’ospedale

 

 

Foto del 1996

In concerto a Roma nel 1988

 

 

LOS ANGELES – È morto al­la vigilia del tour mondiale già tutto esaurito che avreb­be dovuto segnare il suo grande ritorno al mondo del­lo spettacolo, dopo anni di scandali giudiziari, problemi di salute e una vita personale molto sfortunata. Michael Jackson, il cantante, cantauto­re, ballerino, compositore, musicista, arrangiatore e pro­duttore discografico statuni­tense si è spento ieri a Los An­geles a causa di un arresto cardiaco. Tra un mese avreb­be compiuto 51 anni. La noti­zia, rimbalzata da Tmz (l’in­formatissimo sito di gossip della Cnn) a Twitter, subito andata in tilt come non era successo neppure durante la crisi iraniana, è stata confer­mata via via da tutti i media ufficiali. Grazie a Internet l’America ha seguito pratica­mente in diretta gli ultimi at­timi di vita di uno dei cantan­ti più leggendari e controver­si della storia musicale di tut­ti i tempi.Jackson era stato ricovera­to d’urgenza all’ospedale Ucla Medical Center di Los Angeles alle 12,21 ora locale (le 21,21 in Italia) a causa di un arresto cardiaco mentre si trovava nella sua casa di Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles. Il fratello Ransy ha detto che è crollato all’im­provviso. I paramedici accor­si al suo capezzale hanno ten­tato di soccorrerlo, effettuan­do le procedure per la riani­mazione cardio-polmonare. Ma ogni tentativo per salvar­lo è risultato vano. «Quando l’ambulanza è giunta in ospedale il cuore di Michael Jackson aveva già smesso di battere», ha spiega­to uno dei soccorritori alle tv. Salvarlo, a quel punto, era un’impresa quasi impossibi­le. «Dopo cinque minuti di ar­resto cardiaco i danni alla cor­teccia cerebrale diventano ir­reversibili», afferma Marco Pappagallo, neurologo e di­rettore della Pain Clinic del Mount Sinai Hospital di New York. «Se fosse sopravvissu­to, sarebbe rimasto in coma vegetativo». L’annuncio della sua mor­te ha prodotto un’eco profon­da in un Paese dove Jackson è sotto i riflettori dall’età di cinque anni. Anche le televi­sioni hanno interrotto la pro­grammazione regolare per trasmettere lunghi tributi sul­la sua vita confezionati a tem­po di record. «Per gli Stati Uniti è una notizia molto tri­ste, che lascia tutti scioccati» ha detto lo storico condutto­re della Cnn, Wolf Blitzer.Persino gli scandali giudi­ziari e le accuse di pedofilia (da cui alla fine venne scagio­nato) non hanno fatto che ac­crescerne il mito. Decine di americani intervistati a caldo da una costa all’altra del Pae­se l’hanno salutato come «un genio», «un’icona della pop music». Nel giro di pochi mi­nuti dall’annuncio della sua morte una grande folla si era già riunita spontaneamente davanti all’ospedale Ucla e da­vanti alla villa di Jackson nel­l’area di Beverly Hills. Secondo alcuni medici in­terpellati dalle tv la sua è sta­ta una morte in un certo sen­so annunciata. All’inizio del 2008 la star è stata immorta­lata in sedia a rotelle. Più tar­di sono cominciate a circola­re voci secondo le quali soffri­va di una malattia genetica di nome A1AD a causa della mancanza di una proteina che protegge i polmoni. Que­sto lo avrebbe reso cieco dal­l’occhio sinistro e quasi im­possibilitato a parlare. L’uni­ca cosa che avrebbe potuto salvarlo, dissero allora i dot­tori, era il trapianto del pol­mone.

 

Jackson con l’attrice Brooke Shields

 

SOCIAL NETWORK. La morte di Jackson manda in tilt Wikipedia e Twitter. L’eccesso di emozione e di partecipazione seguita al decesso del cantante ha causato difficoltà di funzionamento. Ma tutti i media hanno sofferto


La pagina di Wikipedia dedicata a Michael Jackson

MILANO – Che fatica star dietro alle notizie ai tempi della rete. Se il ciclo continuo delle news sul web è un rebus per le testate tradizionali che hanno redazioni dedicate a seguire i fatti nella loro evoluzione, anche i media sociali (e i loro milioni di collaboratori) possono soffrire nella rincorsa all’incessante istantaneità. La notizia della morte di Michael Jackson, dalle prime voci fino alla definitiva conferma, è stata in questo senso un banco di prova impegnativo per i principali siti partecipativi. A cominciare dalla regina del genere, Wikipedia dove, a partire dai primi rumors che davano la pop star ricoverata in ospedale, è scattata la guerra delle modifiche alla «voce» in lingua inglese dedicata al cantante.

LA BATTAGLIA DELLE REVISIONI – Tra chi lo spacciava già per deceduto, chi parlava di arresto cardiaco, o di semplice ricovero, c’era anche chi gettava acqua sul fuoco appellandosi a minimi criteri di attendibilità: «Non è morto fino a che una fonte degna di fiducia non lo conferma». Nel mezzo di modifiche, revisioni, restaurazioni e discussioni il sito partecipativo è andato in tilt: «Scusate – recitava ad un certo punto un messaggio che accoglieva i visitatori – questo sito ha delle difficoltà tecniche». Ad un certo punto, per porre fine alla contesa, qualcuno dei redattori di Wikipedia ha aumentato i livelli di protezione inibendo ulteriori modifiche fino a quando la situazione non fosse stata chiarita. Questa mattina, ad acque più calme, l’enciclopedia recita: «Michael Jackson è morto il 25 giugno 2009 all’età di 50 anni, a causa di un sospetto arresto cardiaco o di un attacco di cuore. La causa specifica del decesso deve ancora essere determinata». Ma lo sforzo per arrivare a queste laconiche parole è stato ingente. Tanto per capire il livello di partecipazione, la pagina che tiene traccia della storia delle revisioni relative alla voce Michael Jackson indica 6 interventi degli utenti per il giorno 22 giugno e 5 per il 24. Dalle 21.22 del 25 giugno (ora italiana) alle 9.26 del 26 giugno, le modifiche registrate sono schizzate a 350.

ANCHE TWITTER IN DIFFICOLTÀ – Ma non è stata solo Wikipedia a soffrire del comprensible caos informativo seguito alle prime voci sulla morte di Michael Jackson. Anche Twittter, servizio di microblogging sempre più utilizzato per la condivisione di informazioni istantanee, ha subito l’urto della scomparsa di una personalità globale come l’autore di Thriller. Il numero di messaggi (in gergo: cinguettii) riguardanti il cantante ha raggiunto i 5 mila al minuto causando vistosi rallentamenti al funzionamento del social network più popolare del momento. «Abbiamo assistito ad un raddoppio istantaneo dei messaggi al secondo nel momento in cui la storia è uscita», ha detto al Los Angeles Times Biz Stone, co-fondatore di Twitter. Secondo Ethan Zuckerman, del Berkman Center for Law & Society dell’Università di Harvard, ad un certo punto il 15 percento di tutti i «cinguettii» menzionavano Jackson. Livelli simili, secondo Biz Stone, non erano stati raggiunti nemmeno da «Iran» e «influenza suina». Nella confusione seguita alla news (che si inseriva, fra l’altro, sull’onda emotiva seguita all’annuncio del decesso di Farah Fawcett) è cominciata anche a circolare una voce sulla scomparsa di un terzo personaggio dello spettacolo, l’attore Jeff Goldblum. La storia si è rivelata priva di qualsiasi fondamento.

SITI DI NEWS IN DIFFICOLTÀ – I media sociali possono consolarsi pensando che anche servizi più tradizionali hanno dovuto pagare dazio all’emozione suscitata dalla morte di Jackson. Secondo Keynote Systems, azienda specializzata nel monitoraggio delle performance dei siti, i maggiori siti di informazione hanno subito rallentamenti. Un’indagine degli oltre 30 siti di news coperti dall’azienda ha rilevato che l’indice di prestazione complessivo è sceso dal 100 all’86 percento. Risultato: per accedere alla homepage dei più importanti siti giornalistici occorrevano 8,9 secondi contro i 4,2 necessari solitamente.

Il personaggio. Genio e scandali, la vita come luna park. Amori e solidarietà: sempre alla ribalta. Mi­chael Jackson è stato unico nei cambi estetici e nel modo di ballare

 

Fan di Michael Jackson vicino alla sua statua nel museo delle cere di Madame Tussauds a Berlino (Ap)


Alla fine è stato il cuore a tradirlo. Mi­chael Joseph Jackson era nato a Gary nel­l’Indiana il 29 agosto 1958 e aveva co­minciato a calcare le scene a soli cinque anni nella band di famiglia, i Jackson Fi­ve. Grandi successi, ma anche una infan­zia segnata da un padre-padrone mana­ger da lui descritto nell’autobiografia «Moonwalk». Nel 1979 l’allontanamen­to dal gruppo d’origine per diventare l’artista pop numero uno, con «Thriller» (1982), tuttora l’album più venduto nel­la storia della musica, co-prodotto da Quincy Jones e vincitore diciotto Gram­my. Thriller ha venduto oltre 100 milio­ni di album.

Era partito da un sound nero alla Ja­mes Brown per sviluppare nel tempo un pop danzereccio di grande impatto. Ca­rattere molto particolare, era sempre ri­masto un eterno bambino alla ricerca di figure materne (fra le sue migliori ami­che Liz Taylor e Diana Ross). Ma aveva, anche negli affari, una sorta di genialità che lo portò a un certo punto ad acqui­stare per 50 milioni di dollari la proprie­tà editoriale di tutte le canzoni dei Beat­les. La sua potenza economica era tale che nello scontro duro scoppiato fra lui e Toni Mottola, gran capo della Sony, fu quest’ultimo a dover abbandonare l’azienda. Eppure l’artista e l’uomo d’af­fari geniale era sempre più traumatizza­to dal mondo: le sue residenze erano de­gli immensi luna park, i suoi migliori amici i bambini. Tanti i colpi di genio musicali e spetta­colari di Michael Jackson: la sua forza stava in un modo di ballare e di essere in scena che può essere paragonato alla rivoluzione dei corpi scatenata a suo tempo da Elvis Presley.

Le sue doti si rivelarono già nel perio­do con i Jackson 5. Michael inventò il Ballo del robot all’età di 11 anni, ma il passo di danza che lo renderà celebre in tutto il mondo è il moonwalk (in italiano «camminata sulla luna»). Lo eseguiva sulle note di Billie Jean (e qualcuno nota­va influenze del grande francese Marcel Marceau): il re del pop scivolava all’in­dietro in modo tutto speciale. E questa nuova forma di comunicazione visiva mandò alle stelle le vendite dell’album Thriller. Sono molti altri i passi inventati da Jackson: nel video di Smooth Criminal si inclinava di 45˚. Lì il Re del Pop usò del­le funi, mentre per fare il tutto nei live, usava delle scarpe modificate. La sua vita privata è stata sempre al centro dell’attenzione dei media. A co­minciare dal matrimonio con Lisa Marie Presley conclusosi dopo 20 mesi. E poi i continui cambi estetici e di colore, il trucco pesante, l’amicizia con i bambini. Anche la sua storia d’amore con una in­fermiera da cui nacquero Prince Michael e Paris Katherine, fu molto chiacchiera­ta.

Premiato più di ogni altro, impegnato nel sociale e nella beneficenza, firmò con Lionel Ritchie «We are the world», la canzone simbolo dell’abbraccio fra la musica e i diseredati del mondo. Ricevuto da presidenti degli Stati Uni­ti, Michael Jackson resta un enigma. «Vo­glio la mia privacy, voglio la mia pri­vacy, perciò, paparazzi, state lontano da me» implora nel brano «Privacy» che fa parte del suo album «Invincibile». «Pri­vacy » è una vera e propria invettiva con­tro i giornalisti. Amministratori infedeli, staff strapa­gati in continuo cambiamento sembra­no minare l’impero finanziario di Jack­son che nel 2008 vende per 35 milioni di dollari il celebre Neverland Ranch in cui aveva fatto costruire un parco a tema e uno zoo per ragazzini poveri e malati ter­minali. Nel 1993 Jackson viene accusato di molestie sessuali da un suo fan. Ma molto tempo dopo sarà scagionato.

In Italia ebbe un ottimo rapporto con Nicoletta Mantovani e Pavarotti, che lo descrissero come un ragazzo diffidente e spaventato ma pronto a farsi coccola­re. Venne a Montecarlo per una manife­stazione proprio con il ragazzino che poi lo avrebbe denunciato per abusi sessua­li. Cenò con i Grimaldi, ma non toccò ci­bo, bevve solo dell’acqua minerale con­trollando che il bicchiere fosse pulito. E si presentò alla cena col cappellaccio in testa, alla faccia del protocollo. Era an­che quella sera un bambino libero e inge­nuo. Che ora stava cercando una riscos­sa economica e artistica con una serie di concerti in programma in luglio a Lon­dra.

LA CARRIERA DI MICHAEL jACKSON. Una vita tra successi e zone d’ombra. Definito Re del pop, eterno Peter Pan della musica leggera: dischi, concerti e processi

 

Jackson con la sua prima moglie e figlia di Elvis, Lisa Marie Presley

Con la seconda moglie, Debbie Rowe (Reuters)

 

(Ap )

E’ scomparsa l’icona del pop . Michael Jackson, coperto dalla gloria e dal successo come musicista quanto infelice nella sua vita privata funestata anche da inchieste giudiziarie per pedofilia da cui venne alla fine scagionato.

I SUCCESSI MUSICALI – Cantante, ballerino, compositore, dopo aver iniziato la propria carriera a soli cinque anni, autentico bambino prodigio, nel gruppo di famiglia Jackson Five Iniziò a cantare da solista nel 1971, con il singolo “Got to be there”. A consacrarlo artista pop di maggior successo di sempre fu l’album Thriller del 1982, tuttora l’album più venduto nella storia della musica, co-prodotto da Quincy Jones e vincitore di 8 premi Grammy. Secondo il Guinness World Records, il cantautore ha venduto oltre 750 milioni di album risultato che lo rende di fatto l’artista solista di maggior successo di sempre. Dal 1988 al 2005 Jackson è vissuto al Neverland Ranch (successivamente venduto nel 2008 per la cifra di 35 milioni di dollari), in cui aveva fatto costruire un parco a tema e uno zoo per ragazzini poveri e malati terminali.

I PROBLEMI GIUDIZIARI – Le sue frequentazioni con quei ragazzi hanno avuto un enorme impatto mediatico, essendo girate voci su complicati rapporti tra il cantante e i suoi giovanissimi ammiratori. Per la prima volta nel 1993, quando Jackson fu accusato di molestie sessuali da un suo fan. Dopo un’altra denuncia, nel 2003, il cantante è finito nel mirino dei giudici, accusato anche di altri tipi di reati. Jackson fu poi processato nel 2005 per la vicenda, ma alla fine fu assolto in appello da tutti i 10 capi d’accusa perchè ritenuto innocente.

Con la sorella Janet

Sopra con le dorelle Janet e La Toya

Con il padre Joe nel 2005, all’uscita dal tribunale di Santa Barbara in California durante il processo per molestie sessuali contro minorenni (Ap)

Con i genitori, Joe e Katherine, all’uscita dal tribunale di Santa Barbara in California (Reuters)

Con le sorelle Maureen “Rebie”, Janet e La Toya nel 1984 (Ap)

Jermaine Jackson dà l’annuncio della morte del fratello, 25 giugno 2009 (Reuters)

Jackson Five: Michael è al centro (Reuters)

 


(Ap)

E QUELLI DI SALUTE – All’inizio del 2008 si erano create situazioni di allarme quando Michael venne immortalato mentre veniva trasportato in sedia a rotelle. Verso la fine di dicembre sono cominciate a circolare voci secondo le quali Michael soffriva di una malattia genetica di nome A1AD a causa della mancanza di una proteina che protegge i polmoni. Questa mancanza lo avrebbe reso cieco dall’occhio sinistro (dove la vista sarebbe calata per il 95%) e quasi impossibilitato a parlare. L’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo da problemi gastrointestinali o addirittura dalla morte era il trapianto del polmone. Lo scorso maggio il Sun rivelò che il cantante era affetto da un tumore della pelle.

LA VITA PRIVATA – Nel 1994 si sposò con la figlia di Elvis Presley, Lisa Marie. ma l’unione durò meno di due anni. Jackson si risposò nel 1997 con l’infermiera Debbie Rowe conosciuta mentre si stava sottoponendo a una delle tante operazioni di chirurgia plastica. Dalla Rowe ebbe due figli Prince Michael e Paris Michael Katherine, prima di divorziare nel 1999. Nel 2002 ebbe un terzo figlio, Prince Michael II, da una donna sconosciuta

IL RITORNO – Il 5 marzo 2009, Michael Jackson ha tenuto una conferenza stampa all’arena 02 di Londra in cui annunciò un tour a Londra a partire da luglio. Michael aveva chiarito che si sarebbe trattato degli ultimi concerti della sua carriera .

 

Mario Luzzatto Fegiz & Raffaele Mastrolonardo

 

 

L’addio al re del pop, ucciso da un infartoultima modifica: 2009-06-26T15:57:32+02:00da
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