Sospetti su cocktail letale di farmaci. Accuse al medico personale di Jacko dopo la morte dell’idolo del pop
Con le sorelle Maureen “Rebie”, Janet e La Toya nel 1984 (Ap)
LOS ANGELES – Le polemiche sulla fine di Jackson sono destinate a crescere. I familiari hanno chiesto ufficialmente una seconda autopsia, indipendente, dopo quella fatta venerdì dalle autorità ufficiali di Los Angeles, in California. Lo ha dichiarato Brian Elias, un portavoce dell’istituto di medicina legale di Los Angeles. Secondo il sito tmz.com, che per primo aveva dato la notizia della morte del cantante, l’autopsia sarebbe già in corso. La posizione dei familiari di Jacko è molto semplice: si sospetta che il medico personale del cantante, Conrad Murray, gli abbia iniettato una dose troppo forte di medicinali (si parla del Demerol, un antidolorifico), che avrebbero poi provocato l’arresto cardiaco. Il coroner della contea di Los Angeles, dopo una prima autopsia, ha detto che ci vorranno tra le 4 e le 6 settimane, essendo necessari esami tossicologici più approfonditi, per conoscere le cause esatte della morte del cantante. Nel frattempo, la salma di Jackson è stata restituita alla famiglia, che ha avuto il permesso di organizzare i funerali. Se si svolgeranno a Los Angeles potrebbero attirare decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.
IL MEDICO – La famiglia Jackson, indecisa tra una cerimonia privata o un grande raduno pubblico per i funerali, vuole saperne di più sulle persone che circondavano il cantante nelle sue ultime settimane di vita; in particolare vuol saperne di più sul ruolo svolto dal medico e il personale del promoter AEG Live, che doveva organizzare i 50 concerti del «re del pop» previsti a Londra a partire da luglio. Michael Jackson non ha mai informato la famiglia della struttura allestita per gestire i suoi affari, ha aggiunto la fonte, precisando che i suoi consulenti avevano parlato dell’esistenza di un testamento che potrebbe esser stato redatto molti anni fa. Un’ambiguità che infastidisce il clan Jackson. «Ci sono decisioni che sono prese senza che la famiglia ne sia a conoscenza. Questo diventa un problema», ha affermato la fonte. Randy Philips, presidente di Aeg, ha dichiarato venerdì che lo stesso Jackson aveva insistito perché il dottor Murray lo accompagnasse a Londra per i suoi prossimi concerti. «Avremmo preferito non avere un medico a tempo pieno perché ci sarebbe costato meno in termini di alloggio e di viaggio, ma Michael ha insistito perchè fosse coinvolto», ha dichiarato Philips, «Michael diceva che aveva un legame particolare con lui».
LE POLIZZE – L’attività professionale del dottor Murray, che esercita in California, nel Nevada e in Texas, versa da anni in difficoltà finanziarie, secondo documenti ufficiali. Così, il suo studio del Nevada, Global Cardiovascular Associates, ha speso oltre 400.000 dollari per decisioni della magistratura e il dottor Murray deve fronteggiare almeno altri due casi e molti controlli fiscali. Randy Philips ha d’altra parte indicato che Aeg Live aveva sottoscritto molte polizze assicurative in caso di annullamento dei concerti e che Jacko si era sottoposto con successo a molti esami fisici a febbraio. «Abbiamo una copertura relativamente buona, ma molto dipenderà dai risultati tossicologici» dell’autopsia, ha dichiarato, «dobbiamo conoscere la causa del decesso».
«PRENDEVA IL DEMEROL DA 20 ANNI» – Ma si fanno sempre più insistenti intanto le voci di un possibile abuso di farmaci da parte del re del pop. Secondo il Sun Michael Jackson è stato ucciso dal cocktail di otto farmaci che quotidianamente si somministrava. Il tabloid, che cita fonti dell’entourage del re del pop morto giovedì, ha anche pubblicato la lista dei farmaci che Jackson assumeva, tra cui figurano tre potenti antidolorifici che non andrebbero mai combinati tra loro, che e invece Jackson utilizzava nello stesso giorno. L’Abc che cita un ex video produttore, Marc Shaffel spiega che Michael Jackson era «dipendente dal Demerol da più di 20 anni» e «assumeva cocktail di altri farmaci tra cui l’Oxycontin», un oppioide. «All’esterno nessuno sapeva ma la cosa era nota tra quelli che gli stavano intorno». «La notizia mi ha colpito, ma sapevo che era solo una questione di tempo, che qualcosa del genere sarebbe accaduto. L’avevo detto, con questo ritmo sarebbe morto prima dei 50 anni», ha concluso Shaffel.
I FAMILIARI ORGANIZZANO I FUNERALI- I familiari di Jacko nel frattempo si sono riuniti nella residenza di Encino, distretto sulle colline di Los Angeles, per discutere dell’organizzazione dei funerali del re del pop e occuparsi dei suoi tre figli. Lo rivela una persona vicina alla famiglia dell’artista deceduto giovedì pomeriggio per un presunto arresto cardiaco, secondo la quale i familiari si sentono confusi, spaventati e arrabbiati per la mancanza d’informazioni su chi è stato accanto alla popstar nei suoi ultimi giorni di vita. La fonte, che ha richiesto l’anonimato, ha spiegato che la famiglia di Jackson vuole sapere di più sul ruolo di Aeg Live, il promoter che stava organizzando i 50 concerti alla 02 Arena di Londra, nella vita dell’artista. Vogliono sapere di più sul ruolo dei suoi consulenti e degli agenti che sono stati coinvolti da Aeg Live.