L’incidente Napolitano ai funerali di martedì. Nessuna traccia di un elettricista di 49 anni
A sinistra Andrea Falorni, il disperso, e Maria Luisa Carmazzi, la moglie deceduta |
VIAREGGIO — Adesso ogni bara ha un nome. A ventidue uomini, donne e bambini martoriati dal fuoco è stata restituita l’identità dopo giorni di strazio per chi ha dovuto aspettare l’esame del Dna oppure riconoscere un tatuaggio, una fede nuziale, una cicatrice. Alle undici del mattino dall’ospedale Versilia confermano: «Tutte identificate le ventidue vittime della strage». Ma non è esatto. Esiste anche una vittima che non c’è, il «disperso» Andrea Falorni, elettricista navale che tutti chiamavano «Scarburato» per via della sua passione per le motociclette. Lunedì sera è uscito con il suo vecchio cane zoppo, Filippo. Una passeggiata breve fra gli alberi del giardinetto proprio accanto a casa sua, in via Ponchielli, la strada che conta più morti. Sua moglie, Maria Luisa Carmazzi, lo accompagnava di rado e anche quella sera è rimasta a casa.
All’improvviso l’esplosione, il gas, il fuoco. Quell’angolo di Viareggio deformato dalle fiamme, il caos e il panico per le strade. Maria Luisa (per gli amici Pulce) è morta carbonizzata sotto le macerie che hanno spazzato via la casa. L’hanno trovata i vigili del fuoco vicino al suo gatto e al suo pappagallo. Andrea invece è diventato il nulla. Silvano, uno dei suoi cinque fratelli, chiude le porte in faccia alla speranza. «Vivo non è di sicuro» dice. «Inutile illudersi» ha deciso. A differenza dei suoi anziani genitori, a lui non è mai venuta la tentazione di immaginare un finale diverso. Silvano andrà al funerale della cognata «e sarà come avere davanti due bare anziché una». Martedì alla cerimonia di Stato ci sarà anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mentre non è sicura la presenza del premier Silvio Berlusconi. Sono attese ventimila persone e non ci sarà gran parte della comunità marocchina che ieri pomeriggio, davanti all’ospedale, ha celebrato un rito funebre musulmano. E in corsia Ibi, la ragazza che nel disastro ha perso fratello, sorella ed entrambi i genitori, ha subito l’ennesimo schiaffo: qualcuno le ha rubato 600 euro dalla borsetta. «Ma non sporgerò denuncia — ha detto —. Con tutto quello che mi è successo non ho voglia di pensare anche a questo». Tecnici e vigili del fuoco ieri hanno lavorato alla rimozione della cisterna che si è squarciata su una fiancata causando il disastro. Le operazioni sono finite alle sette di sera e sembra confermata l’ipotesi che a causare lo squarcio sia stato uno dei picchetti di segnalazione piazzati lungo la linea e sul quale la cisterna è caduta.
Giusi Fasano