Due colpi di pistola, la tragedia scoperta dal figlio. Horvat, 67 anni, si è tolto la vita dopo il delitto. Fondò il gruppo Gig. Ha lasciato un biglietto per spiegare il gesto
PIETRASANTA (Lucca) — Fino a dieci anni fa era stato il re dei giocattoli, proprietario della Gig, colosso italiano del divertimento, licenziataria di Toy’s e Nintendo. Poi erano arrivati problemi economici e Gianfranco Aldo Horvat, 67 anni, in gioventù pilota di auto sportive, nel 2000 aveva deciso di vendere a Enrico Preziosi di Giochi Preziosi. Sembrava un ritiro definitivo dal mondo degli affari e invece pochi mesi fa, l’imprenditore fiorentino, era tornato in campo come presidente e Ceo di Edison giocattoli. «Era entusiasta. Aveva molte idee e nessun problema economico», dicono gli amici. I sogni di Horvat e della moglie, Anna Grazia Satta, 64 anni, alla quale era legatissimo, si sono infranti sabato notte nella casa in affitto delle vacanze nel centro di Pietrasanta. L’imprenditore ha ucciso la moglie con due colpi di pistola, una Smith & Wesson calibro 38, alla tempia e poi si è sparato in bocca. Un omicidio suicidio oscuro, sui quali gli investigatori stanno mantenendo un riserbo assoluto. Si parla di un biglietto lasciato ai due figli nel quale l’imprenditore spiegherebbe il motivo del gesto. Dietro l’allegria e la voglia di tornare a scalare il mercato, pare si nascondesse il tormento dell’imprenditore per un tumore alla gola che lo perseguitava da tempo.
«Mesi fa era stato in una clinica degli Stati Uniti per farsi curare — racconta un amico — ma nessuno al di fuori della famiglia sapeva le sue condizioni e lui non ne parlava con nessuno». A scoprire i corpi, nella camera da letto del primo piano della palazzina di via Piastroni 53, nel centro di Pietrasanta, sono stati i vigili del fuoco. La donna era sul letto, l’uomo leggermente inclinato verso il pavimento. A dare l’allarme uno dei figli, Leonardo, 43 anni, amministratore dei beni di famiglia. Era in vacanza con i genitori e, dopo cena, era uscito con la sua Porsche. Tornato a casa intorno all’una, aveva tentato di aprire la porta di casa ma l’aveva trovata chiusa con la chiave inserita. Al primo piano la luce accesa nella camera da letto. Spenti i telefoni cellulari del padre e della madre. I coniugi Horvat, molto conosciuti a Firenze, vivevano con i figli, Leonardo e Gianluca, in una residenza d’epoca con parco sulle colline di Fiesole. Un luogo straordinario, dove ogni tanto arrivavano gli amici. Tra questi il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Gianfranco Aldo Horvat era stato un suo convinto sostenitore. «Non ho mai votato a sinistra — aveva detto durante una cena pubblica a sostegno del candidato — ma stavolta lo farà perché Matteo è la persona giusta per guidare Firenze » . Il sindaco Renzi ieri ha commentato con profondo cordoglio la morte dei coniugi: «Sono incredulo e sbigottito. Ricordo Horvat come un uomo appassionato e un imprenditore tenace, innamorato di Firenze ». Le indagini sono condotte dal comandante dei carabinieri di Pietrasanta, Andrea Pasquali. Marco Gasperetti.
Marco Gasperetti