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Stangata in tintoria: conto da 614 euro

 

Pessima sorpresa per un milanese all’estero: contenzioso con il titolare di una lavanderia della zona Castello, il cliente ha deciso di non ritirare i capi lavati: «Mi conviene ricomprarli»

 

MILANO – In vacanza da amici, affida la biancheria sporca al portie­re del condominio di via Bor­gonuovo dove abita, perché lo aiuti a trovare una tintoria. Ma quando gli mettono in ma­no il conto salato preferisce abbandonare la biancheria dal tintore e rivolgersi a un av­vocato. E pensare che la tinto­ria gli ha fatto anche omaggio del lavaggio di due paia di cal­zini. E che in calce alla fattura da «614 euro per dieci cami­cie, sette T-shirt e due paia di jeans», c’è scritto a chiare let­tere che è omaggio anche il «servizio di presa e consegna da Milano a Varese».

E’ stato uno choc per Luca Giussani, imprenditore che da tempo si è trasferito a Mia­mi e nella sua città ritorna so­lo qualche settimana d’estate, scoprire che quelle vecchie magliette colorate era meglio ricomprarle nuove di zecca piuttosto che farle lavare e sti­rare. Al costo 30 euro l’una. Solo 3 euro meno di quanto ri­chiesto per una camicia. La tintoria, prestigioso ne­gozio in zona Castello, respin­ge ogni addebito. «Chiarire­mo davanti al giudice». I prez­zi, nel bel negozio che non sembra risentire della crisi, non saranno esposti in vista in una tabella ma l’anziana che ti accoglie alla cassa è ge­nerosa in spiegazioni: «Un completo da uomo? 74 euro. Le camicie? Non le trattia­mo».

Ma il turista Giussani chiarisce: «Quando il portiere mi ha consegnato il preventi­vo, per poco non mi è venuto un colpo. Mi sono precipitato in tintoria, ho detto che non se ne faceva più niente, che non ero disposto a pagare una simile cifra e che mi ripor­tavo via la biancheria. Ma era già lavata. Non ho avuto alter­nativa e l’ho lasciata lì. Mi co­sta meno ricomprarla nuo­va». I prezzi esposti in fattura, precisa l’avvocato, «sono die­ci volte superiori a quelle di mercato. Ma non è questo il nocciolo della questione, ab­biamo mandato la messa in mora, cioè la contestazione prezzo, perché non è autoriz­zata alcuna prestazione senza previa presa visione del pre­ventivo». Dura la reazione del titolare della lavanderia: «Cau­sa civile? Non escludiamo di andare per vie penali».

Paola D’Amico

Stangata in tintoria: conto da 614 euroultima modifica: 2009-07-23T15:51:00+02:00da
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