A Montecatini un progetto unico in Europa con le università di Pisa e Ratisbona. Trappole al posto degli insetticidi, pasticche non tossiche per distruggere le larve
La zanzara tigre (Aedes albopictus)
MONTECATINI TERME (Pistoia)– Trappole al posto degli insetticidi, pasticche non tossiche per l’uomo per distruggere le larve e un atipico censimento per conoscere sesso e abitudini degli insetti e contarne le uova. L’ecologia entra in campo contro la zanzara tigre, la famigerata Aedes albopictus, a volte responsabile della trasmissione di malattie gravi, come chikungunya, dengue e a Montecatini Terme partorisce un progetto (con le università di Pisa e di Ratisbona) unico nel suo genere in Europa.
SPERIMENTAZIONE – La sperimentazione, che si conclude a dicembre, è già iniziata con i sopralluoghi di una di esperti che, aiutati dagli abitanti della città toscana, hanno censito tombini, grate, caditoie e ogni altro possibile focolaio all’interno delle aree private. Squadre «anti zanzara» hanno verificato giardini, cortili, terrazzi e infine, in base ai dati raccolti, sono stati pianificati gli interventi antilarvali e le installazioni delle trappole. «Le trappole sono box dalle dimensioni di trenta centimetri», spiega Fabio Macchioni, parassitologo, ricercatore all’Università di Pisa, «e contengono sostanze chimiche non tossiche che simulano il sudore umano e attraggono le zanzare. Servono soprattutto come monitoraggio per capire come è composta la popolazione delle zanzare. Per combatterle è importante conoscere se gli insetti sono giovani o vecchi, femmine o maschi. Dopo il censimento si stilano gli interventi che puntano, senza l’impiego di insetticidi, a distruggere le larve».
TRATTAMENTO – I ricercatori hanno scelto Montecatini come città modello per la sperimentazione perché morfologicamente ideale, grazie anche all’abbondanza di acqua e vegetazione e a un particolare tessuto urbano. «Il trattamento antilarvale nelle zone pubbliche e private viene eseguito ogni due-tre settimane», spiega Macchioni, «e sono impiegati prodotti assolutamente atossici per l’uomo ed ecologici per l’ambiente. In alcuni casi sono state distribuite ai cittadini pasticche da usare nei sottovasi». I ricercatori prelevano anche periodicamente le zanzare finite nelle trappole. Ci sono anche «ovitrappole» per contare il numero di uova di zanzara tigre deposte e fare proiezioni e acquisire una stima sulla densità dell’insetto in ogni area studiata. «Con l’Hrl, lo Human Landing Rate», spiegano ancora gli esperti, «si valuta poi l’effettivo numero di zanzare che pungono o tentano di pungere lo sperimentatore in un intervallo di tempo di mezz’ora».
Marco Gasperetti