Le novità. Il premier: «Priorità all’isola». E per lo spettacolo arrivano 60 milioni
Silvio Berlusconi (Ansa) |
ROMA — Arrivano 4 miliardi di euro per la Sicilia. E un decreto legge darà una boccata d’ossigeno, cioè 60 milioni, al mondo dello spettacolo e della cultura, dopo la rivolta bipartisan di attori, registi, intellettuali e artisti contro i tagli decisi dal governo. Sono queste due delle novità annunciate da Silvio Berlusconi, ieri, al termine di un «pranzo di lavoro» a Palazzo Grazioli con il sottosegretario Gianni Letta e i ministri interessati (o più fidati, secondo una più maliziosa lettura): Giulio Tremonti (Tesoro), Claudio Scajola (Sviluppo economico), Angelino Alfano (Giustizia), Altero Matteoli (Infrastrutture) e Raffaele Fitto (Politiche regionali). Le risorse per la Sicilia saranno sbloccate dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, nella riunione di domani. E fanno parte di quel pacchetto di Fondi per l’assistenza allo sviluppo (Fas) congelati dal governo nei giorni scorsi, «per finanziare altre spese nel Nord», secondo la denuncia del cosiddetto partito del sud. Le altre regioni per adesso devono aspettare, «perché la priorità è la Sicilia», ha detto Berlusconi, rispondendo ai ministri che avevano chiesto di sbloccare le risorse anche per altre aree. Il capo del governo però ha anche rivelato che sempre domani il Consiglio dei ministri avvierà l’esame di un più organico Piano per il Sud, «ma le misure nel dettaglio saranno definite dopo le ferie».
Vasco Errani, presidente delle Regioni, nel corso della riunione di ieri della Conferenza unificata ha però chiesto «uguale trattamento per tutti per i Fas» e, più in generale, ha sollecitato un incontro con il premier per definire i rapporti governo-Regioni «altrimenti si rischia un conflitto istituzionale con una inevitabile pioggia di ricorsi alla Consulta». Il terreno di scontro riguarda non solo i Fas, ma anche la scuola e la sanità. Slitta invece il decreto atteso in un primo momento per domani che avrebbe dovuto correggere il pacchetto anti- crisi nella misure più contestate, e cioè la tassazione delle riserve auree della Banca d’Italia (già criticata dalla Bce), le competenze del ministero dell’Ambiente e la mini- riforma della Corte dei conti (che rende più difficile per i magistrati l’avvio di un’indagine contabile). Il provvedimento, secondo le indiscrezioni, potrebbe addirittura vedere la luce il 28 agosto. Ancora non sono chiari invece i tempi del decreto per salvare il mondo della cultura: «Istituzioni come la Scala non possono morire per mancanza di risorse, contiamo di recuperare una cifra intorno ai 60 milioni per il Fondo per lo spettacolo », ha detto Berlusconi. Sarà varato domani? Qualcuno ci spera. Ma non è affatto detto.
Silvio Berlusconi