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Dal ponte sullo Stretto allo scudo fiscale: ecco il piano di rilancio

 

Le misure: vademecum. Un pacchetto di 25 articoli che vale come una manovra

 

ROMA – Dalle agevolazioni fiscali alle imprese, agli in­centivi economici per chi as­sume; dalla sanatoria per colf e badanti allo scudo fiscale per il rientro dei capitali dal­l’estero; dalla mini-riforma delle procedure di indagine della Corte dei conti, alle nuo­ve norme che regolano l’ac­credito della valuta degli asse­gni, accorciando i tempi a vantaggio dei clienti delle banche. Sono questi alcuni dei contenuti del pacchetto anti-crisi approvato ieri con il combina to del decreto vara­to in via definitiva dal Senato e delle correzioni subito ap­portate a Palazzo Chigi con un altro decreto, per aggirare una nuova lettura del testo al­la Camera.

Si tratta di venticinque arti­coli, centinaia di commi e tantissime norme: quasi una piccola manovra sia per la va­rietà della materia trattata, sia per il valore economico degli interventi. Il gettito complessivo non è stato con­teggiato nel dettaglio. Ma si tratta comunque di somme ingenti. Il solo scudo fiscale, secondo stime prudenti (e non ufficiali) dei tecnici del­l’Agenzia delle entrate, po­trebbe portare al rientro in Italia di almeno 50 miliardi di euro, permettendo al Fisco di incassare così 2,5 miliardi sotto forma di «aliquota sosti­tutiva ». Inoltre i capitali emersi, è questa almeno la speranza del ministro Tre­monti, possono contribuire a finanziare la ripresa economi­ca, anche se c’è il rischio, se­condo alcuni, di alimentare spinte speculative qualora vengano investiti su rendite di posizione piuttosto che su attività produttive. Il decreto anticrisi introduce anche no­vità per la lotta all’evasione: gli ispettori del Fisco potran­no accedere ai dati acquisiti della Banca d’Italia, del­­l’Isvap (che vigila sull’attività delle imprese assicuratrici) e della Consob (l’organismo che vigila sui mercati finan­ziari).

Un’altra misura considera­ta dal governo importante, e non solo dal punto di vista sociale, è la sanatoria di colf e badanti, che tecnicamente consiste in una regolarizza­zione contributiva. Secondo le previsioni delle associazio­ni che operano nel settore, potrebbero aderire almeno 300 mila persone, che emer­gerebbero così dal lavoro ne­ro, portando dunque in futu­ro importanti flussi di soldi sia nelle casse dell’Inps (co­me contributi previdenziali), sia in quelle del fisco (come tassazione sul reddito).

Paolo Foschi

Dal ponte sullo Stretto allo scudo fiscale: ecco il piano di rilancioultima modifica: 2009-08-02T10:41:51+02:00da
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