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Dubbi sui piani d’emergenza. E l’Anas manda gli ispettori

 

IL PASSANTE DI MESTRE. Allarme della polizia stradale: «Succederà ancora»

 

ROMA — È come se un gran­de fiume a «5 corsie» — le 3 del nuovo Passante che ora si sommano alle 2 della vecchia Tangenziale di Mestre — do­vesse confluire in un piccolo af­fluente a «2 corsie», ovvero, l’A4 Mestre-Trieste.

Ecco, se la piena stagionale è rappresentata dal «bollino ros­so » del 1˚ agosto, le automobi­li rimangono incolonnate per ore: ed è proprio la dinamica dei flussi autostradali in entra­ta nel Passante di Mestre che sta attirando l’attenzione del­­l’Ispettorato vigilanza conces­sionarie autostradali dell’Anas (Ivca). Alla prima prova con l’esodo, infatti, le 6 entrate comprese in un tratto di così pochi chilometri hanno manda­to in tilt il nastro d’asfalto più gettonato dagli ultimi governi fino all’inaugurazione del 9 feb­braio 2009.

E, dunque, il Centro naziona­le viabilità della Polizia Strada­le, in mancanza di un filtraggio preventivo delle auto, ha dovu­to ordinare alle società auto­stradali la chiusura del Passan­te, deviando tutto il traffico sul­la vecchia Tangenziale che ha comunque il «pregio» di drena­re i veicoli grazie alla «barrie­ra » di Mestre. La Polstrada, poi, ha dovuto pure spronare le concessionarie, la Protezio­ne civile e gli enti locali a mobi­­litare gli ausiliari per rifornire di acqua gli utenti finiti nel blocco e questa circostanza ora suscita mille dubbi sulla reale esistenza di un piano di emer­genza. E per sabato 8 agosto le previsioni sono nere perché in presenza di un dato strutturale così evidente — 5 corsie che confluiscono in 2 — «il feno­meno può ripetersi» ad ogni ondata di piena di traffico fin­ché non verrà costruita la terza corsia dell’A4. Ovviamente il fe­nomeno è più attenuato in dire­zione Est-Ovest in quel caso perché l’imbuto è capovolto.

Pietro Ciucci, il presidente dell’Anas (il concedente genera­le), ha dato mandato all’Ispetto­rato vigilanza concessionarie autostradali di avviare una im­mediata verifica sui motivi che hanno portato a «consistenti code» e, via via, al «blocco» del Passante di Mestre (autostrada A4-A57) dove le file hanno su­perato i 30 chilometri. Compi­to degli ispettori è quello di ve­rificare se gli utenti siamo stati tempestivamente informati pri­ma di ritrovarsi prigionieri del colossale imbottigliamento e, in secondo luogo se siano stati sufficientemente assistiti du­rante il blocco della circolazio­ne.

Il direttore dell’Ispettorato dell’Anas, Mauro Coletta, ha in­caricato il responsabile del­­l’area attività ispettiva, Stefano Chini, di porre le seguenti tre questioni alle tre concessiona­rie autostradali (Cav, Vene­zia- Padova, Autovie Venete) fi­nite sul banco degli imputati: «Verificare se le società interes­sate hanno provveduto a porre in atto una specifica organizza­zione; se gli interventi posti in essere fanno parte di un piano di emergenza; quali comunica­zioni sono state offerte all’uten­za prima e nel corso dell’even­to ». E ora gli ingegneri del­l’Anas hanno 10 giorni di tem­po per ottenere le risposte e per verificare se le concessiona­rie hanno rispettato le disposi­zioni precedentemente indica­te dall’Ispettorato.

Se venissero accertare re­sponsabilità, le tre concessiona­rie rischiano una sanzione eco­nomica (variabile) oltre a una decurtazione del «punteggio qualità» che alla fine dell’anno consente loro di chiedere au­menti tariffari. Nella lista del­­l’Ispettorato Anas per ora c’è la Cas (autostrade siciliane) che addirittura rischia la revoca del­la concessione. Ma in quel caso sarà il ministro a decidere.

Dino Martirano

Dubbi sui piani d’emergenza. E l’Anas manda gli ispettoriultima modifica: 2009-08-02T10:54:21+02:00da
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