Riportò la democrazia nelle Filippine
ROMA – L’ex presidente delle Filippine Corazon Aquino è morta. Aveva 75 anni e soffriva di cancro al colon. Era stata presidente dal 1986 al 1992 e la sua lotta politica aveva portato alla caduta della dittatura di Ferdinand Marcos. La battaglia contro la malattia che ha portato Corazon Aquino alla morte era cominciata circa sei mesi fa. Ad annunciare la sua morte è stato il figlio. «Nostra madre si è spenta serenamente», ha dichiarato il senatore Benigno Aquino Jr uscendo dall’ospedale di Manila dove sua madre era ricoverata.
La Aquino era la moglie dell’eroe della resistenza alla dittatura, Benigno (Ninoy) Aquino, che il 21 agosto 1983, quando era il laeder dell’opposizione, venne assassinato all’aeroporto di Manila. Corazon guidò il ritorno alla democrazia sconfiggendo Marcos nelle elezioni che si svolsero nel febbraio 1986 e non si fece intimidire neppure da un tentativo di sovvertirne i risultati da parte dello stesso Marcos. La Aquino è stata la prima donna a diventare presidente di un paese asiatico.
Dieci giorni di lutto nazionale. Li ha dichiarati la presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, da Washington dove si trova in visita di Stato, per la morte di Corazon “Cory” Aquino. «Le Filippine perdono un tesoro nazionale – ha detto la Arroyo – Cory Aquino contribuì a guidare la rivoluzione che ha restaurato la democrazia e lo stato di diritto nel nostro Paese in quegli anni di grave pericolo. Annuncio che osserveremo un periodo di 10 giorni di
lutto nazionale».
La vita di Corazon Aquino. Corazon Aquino diede un volto e un’anima alla rivolta del “potere popolare” contro la dittatura di Ferdinand Marcos, riportando le Filippine sulla strada della democrazia. Nata nella provincia di Tarlac nel 1933, Corazon Sumulong Cojuangco era la sesta di otto figli. La sua famiglia, con ascendenti cinesi, era molto facoltosa, possedeva in particolare una piantagione di canna da zucchero e una banca. La Aquino ha frequentato le migliori scuole negli Stati Uniti e in Francia. Tornata nelle Filippine, si iscrisse all’università ma interruppe gli studi quando decis di sposarsi. Il marito era Benigno Aquino, dal quale ebbe cinque figli e che divenne il leader dell’opposizione alla dittatura. Nel 1983 Benigno venne ucciso da sicari del regime. Corazon, nota tra le gente col nome di Cory, ne raccolse l’eredità con coraggio. Quando nel 1986 Marcos si vide costretto a indire elezioni e a consentire che la Aquino vi partecipasse, il regime, che aveva perso anche l’appoggio degli Stati Uniti, era agonizzante. Marcos tentò di manipolare i risultati del voto, ma non riuscì a mantenere l’appoggio dei militari che gli voltarono le spalle e accettarono che alla guida del paese andasse il “potere popolare” di cui la Aquino era la rappresentante. Cory divenne presidente della repubblica, carica che mantenne fino al 1992. Successivamente si fece notare durante la crisi del 1997, quando organizzò grandi manifestazioni di piazza contro il presidente Fidel Ramos, accusato di volere instaurare una nuova dittatura. Ha contestato duramente anche il successore di Ramos, Joseph Estrada, accusato di corruzione. E le stesse critiche Cory ha rivolto anche nel 2005 alla successiva presidente, Gloria Arroyo.
democrazia è la libertà di bersi il vino che ci va