Il giorno dopo. Polemiche sul mancato incontro col c.t. locale
José Mourinho |
PECHINO — Non è colpa della Lazio se il «maresciallo Mou», agli occhi dei fan della Repubblica Popolare, ha perso un po’ della sua magia. Un po’, non tutta. Perché pochi si sono accostati al suo fiero cipiglio, pochi l’hanno visto da vicino. Ma su giornali e blog cinesi i modi bruschi sembrano aver colpito quanto l’1-2. «La fortuna di Mou è volata via come un uccello dal Nido», sentenzia quasi in poesia il commentatore sportivo Dong Lu, giocando sul fatto che in Cina il nome Mourinho è scritto e tradotto Mo Li Niao, «uccello magico». Lo stesso Dong, poi, sottolinea con disappunto i mancati incontri con il c.t. della nazionale cinese, Gao Hongbo, che avrebbe voluto parlare al collega portoghese: «Gliel’aveva chiesto non una, ma tre volte…».
Sull’aneddoto si sofferma l’Oriental Sport Daily, che aggiunge — tra l’altro — l’irrequietezza dell’allenatore interista quand’è andato a farsi un giro al mercato della seta: «Appena si è accorto che l’autista del pullman era in ritardo, avrebbe voluto guidarlo lui». Un’«ansia» che, secondo il giornale, Mou avrebbe dimostrato già all’aeroporto. Il Beijing News si diverte a raccontare che «lo Speciale s’è comportato in modo speciale », ovvero «criticando la Lazio» ma anche «sostenendo che in Cina il calcio stenta per colpa dei giornalisti». Un blogger anonimo arriva a contestargli la prova incolore di Thiago Motta: «Un po’ costoso come pezzo di legno, no?». La scontrosità del lusitano, tuttavia, non sembra poter intaccare a fondo la simpatia per l’Inter che ribolliva allo stadio, tra maglie nerazzurre e cori in cui il suono «Intaa» («Inter» pare impronunciabile per i cinesi) assomigliava pericolosamente a un inopportuno «Milaan». Ed è considerando proprio il calore del pubblico che il telecronista Huang Jiangxiang — licenziato per il troppo entusiasmo in occasione del rigore procacciato da Grosso nella sfida mondiale con l’Australia, 2006 — sostiene: «Peccato, questa Supercoppa arriva in Cina con 20 anni di ritardo». Non ditelo a Mourinho: magari, prima o poi, gli toccherà tornare a Pechino.
Marco Del Corona
Fonte Corriere della Sera