È un marocchino 22enne: il permesso di soggiorno non gli è stato rinnovato perché in passato ha rubato un’auto. L’uomo si era impiccato a un ponteggio in via inama: ora è fuori pericolo
MILANO – Ha salvato dalla morte un uomo che si era impiccato a un ponteggio del suo palazzo in via Inama, zona Città Studi. Poi si è dileguato, non prima di aver chiamato i soccorsi: il benefattore, un marocchino di 22 anni, ha il permesso di soggiorno non in regola e un decreto di espulsione a carico. Il fatto risale alla sera del 12 agosto ed è raccontato sulle pagine del quotidiano Avvenire. Mohamed è in Italia da quando aveva 15 anni e il suo permesso di soggiorno è scaduto da oltre un anno.
PERMESSO DI SOGGIORNO – «Sono rientrato in casa e l’ho visto appeso a un ponteggio, allora mi sono arrampicato e l’ho tenuto sollevato mentre un altro vicino tagliava la corda» ha spiegato il ragazzo, che non conosceva il suicida. Cesare P., 55 anni, è stato ricoverato al Niguarda ed è fuori pericolo. «Ancora un attimo e sarebbe morto – dice la moglie – Perché non vogliono dargli il permesso di soggiorno? Se non ci fosse stato Mohamed io adesso sarei vedova». Il marito penzolava a una decina di metri dal suolo e il giovane maghrebino non ha avuto dubbi: si è immediatamente arrampicato sul ponteggio, a mani nude. Della vicenda, confermata da diverse testimonianze, si è interessata l’associazione Sos racket e usura che ha scritto un appello al prefetto e al questore di Milano perché concedano al 22enne il rinnovo del permesso di soggiorno. A Mohamed, di professione elettricista, sarebbe anche stata promessa l’assunzione da parte di un’impresa edile, ma solo se risolverà la sua situazione legale. Il suo avvocato, Roberto Falessi, ha detto che il permesso di soggiorno non è stato rinnovato a gennaio del 2008, perché tre anni fa il ragazzo ha rubato una macchina. «Una sciocchezza – sostiene l’avvocato -, commessa per leggerezza ma pagata fin troppo cara: aveva preso un’auto parcheggiata per rientrare a casa una sera tardi, quando la metropolitana era già chiusa, ma aveva anche risarcito il danno al proprietario, tanto che è stato riabilitato dal Tribunale di Sorveglianza rispetto al reato di furto».
«HO FATTO UNA CRETINATA» – Nato in una famiglia di 11 fratelli, Mohamed è arrivato a Milano sette anni fa come «minore non accompagnato». Ha studiato, fino a ottenere una specializzazione da elettricista: in attesa che il Tar decida sulla sua espulsione continua a lavorare con un contratto regolare con cui paga regolarmente i 263 euro di canone d’affitto del monolocale concesso dall’ente delle case popolari. Con il suo stipendio Mohamed ha fatto assistere, studiare e laureare in legge un fratello disabile costretto in carrozzina. A 19 anni il furto: è il 13 aprile 2004, ha fatto tardi a lavoro e non sa come tornare a casa. «Ho fatto una cretinata, me lo ripeto ogni giorno da cinque anni» dice il 22enne. Sulla strada c’è una vecchia Ford. «Mi serviva solo per tornare a casa, pensavo che l’avrei fatta trovare io stesso, sono stato un cretino». È stato sorpreso in flagrante, mentre cercava di aprire l’auto, che peraltro non ha riportato danni. Per lui cinque mesi di reclusione e 400 euro di multa, pena poi sospesa. Mohamed si è presentato dal proprietario dell’auto per risarcirlo, un gesto non richiesto dalla legge e dalla sentenza.
CONDOTTA IRREPRENSIBILE – In Questura viene respinto il secondo rinnovo del permesso di soggiorno, nonostante lo scorso 14 luglio Mohamed abbia ottenuto la piena riabilitazione dal Tribunale, basata su una relazione di un Commissariato che, in un atto di tre pagine firmato da un vicequestore aggiunto e da un commissario, di Mohamed traccia un profilo dettagliato: «Dall’arrivo in Italia (anno 2000 circa) al 2006, sempre in regola con le norme sul soggiorno, non ha commesso reati e ha mantenuto una condotta irreprensibile». Eccezion fatta per il tentato furto d’auto, di altri precedenti penali Mohamed non ne ha. Per anni il ragazzo è stato volontario presso la fondazione Fratelli di San Francesco. Negli stessi giorni in cui il Tribunale trasmetteva l’avvenuta riabilitazione, il ragazzo salvava la vita al 50enne che, superati due giorni di coma, potrà tornare a casa tra qualche settimana.