La Procura ha aperto un’indagine su un’infermiera dell’ospedale San Giovanni Bosco sarebbe stata praticata un’iniezione letale a un uomo di 42 in coma
TORINO – È stata trasferita «lontana dai pazienti» l’infermiera dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino che avrebbe procurato la morte di un paziente, in coma irreversibile, mediante l’iniezione letale di un farmaco, somministrato all’oscuro dei medici. La vicenda è stata anticipata martedì sul quotidiano La Stampa. Potrebbe trattarsi di un caso di eutanasia ma anche di un errore di valutazione da parte dell’infermiera: ed è ciò che dovrà essere appurato dalla Procura di Torino e dalla direzione dell’Asl 2, che avvierà un’indagine interna.
SOSPETTI DI UN MEDICO – Il paziente morto, Sandro Lepore, 42 anni, senza fissa dimora, è stato ricoverato il 7 agosto, dopo avere tentato il suicidio con una dose di oppiacei, ed è deceduto il 13 agosto. Le cause della morte sono parse strane a un medico della rianimazione, che non solo ha trasmesso un rapporto alla direzione generale dell’Asl, ma, di sua iniziativa, ha presentato un esposto alla Procura. L’infermiera ha ricevuto un avviso di garanzia e oggi sarà sentita dal magistrato. «Le decisioni dell’Asl – spiega il direttore sanitario Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale – verranno prese dopo gli sviluppi dell’inchiesta. Per il momento l’infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dai pazienti».