È la prima condanna per questo reato. Keeley Houghton ha pubblicato su Facebook minacce di morte contro Emily Moore, sua ex compagna di scuola
MILANO – Una teenager inglese è finita in cella per bullismo via internet. La diciottenne Keeley Houghton aveva, infatti, postato sulla sua pagina personale di Facebook delle minacce di morte all’indirizzo della coetanea Emily Moore, tiranneggiata e umiliata nei quattro anni precedenti, quando le due ragazze erano compagne di scuola. Nell’udienza di venerdì, il pubblico ministero Sara Stock ha ricostruito l’escalation di intimidazioni e insulti che la Houghton avrebbe destinato alla sua vittima e alla fine i giudici di Worcester l’hanno condannata a tre mesi di carcere minorile. Non solo. La giuria le ha anche proibito di avvicinare in alcun modo la Moore per i prossimi cinque anni. Alla lettura della sentenza, l’imputata (che si era dichiarata colpevole di persecuzione) è scoppiata in lacrime.
ESPULSA DA SCUOLA – Si tratta della prima persona a finire in galera per bullismo via web: in precedenza, infatti, c’erano state condanne per reati di persecuzione e stalking sui social network, mai per bullismo. In passato, per ben due volte la Houghton si era resa colpevole di azioni intimidatorie nei confronti della Moore: nel 2005 venne giudicata colpevole di aver aggredito la vittima all’uscita da scuola (e per questo venne espulsa dall’istituto), due anni più tardi fu accusata di aver preso a calci la porta di casa di Emily. Al momento dell’arresto, l’imputata (originaria di Malvern, nel Wocestershire) avrebbe detto alla polizia di aver scritto le minacce di morte contro la Moore su Facebook di notte, mentre era ubriaca, ma un successivo controllo ha dimostrato che i commenti oltraggiosi vennero postati alle 4 del pomeriggio del 12 luglio e rimasero sulla sua pagina per 24 ore.
NOVITÀ ASSOLUTA – «Una sentenza del genere nei confronti di una diciottenne per cyber bullismo rappresenta una novità assoluta per l’Inghilterra ed è un importante precedente – ha spiegato al «Daily Mail» Emma Jane Cross, leader del gruppo «Beatbullying» – perché l’intimidazione via internet è in continua e preoccupante ascesa e può diventare ancora più dannosa del bullismo a scuola».
Simona Marchetti
Fonte: C.d.S.