Nel marzo scorso la barca italiana era stata sequestrata dalle autorità libiche. Il «Chiaraluna», di Mazara del Vallo, condotto a Sfax. L’accusa: avrebbe sconfinato mentre pescava
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Il «Chiaraluna» (Ansa) |
MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – Ancora l’ennesimo episodio della «guerra» tra il governo tunisino e i pescherecci italiani per i presunti sconfinamenti in acque tunisine. Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, il «Chiaraluna», con a bordo sette uomini di equipaggio (tre italiani e quattro tunisini) è stato sequestrato all’alba da una motovedetta di militari tunisini a sud del canale di Sicilia. Sembra che il peschereccio sia stato condotto verso il porto di Sfax.
I PRECEDENTI – Nel marzo scorso il «Chiaraluna» era stato sequestrato dalle autorità libiche mentre si trovava a circa quaranta miglia a Nord della costa africana. Allora a bordo si trovavano dieci uomini di equipaggio (sei tunisini e quattro italiani).
INTERVIENE LA PROVINCIA – Il presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, dopo la notizia del sequestro del motopesca, di proprietà dell’armatore mazarese Franco Campo, ha attivato i suoi uffici. «Con vero dispiacere – afferma Turano – apprendo che, uomini del mare di Mazara del Vallo sono stati sequestrati. Ho dato mandato all’assessore Lisma di assicurarsi sullo stato di salute dell’equipaggio e di intervenire presso il locale consolato tunisino per avere maggiori informazioni sulla vicenda».