L’omicida-suicida soffriva di crisi depressive. La donna ha strangolato il bimbo di 19 giorni con un cavo d’alimentazione per cellulari
GENOVA – Tragedia in un appartamento di Genova. Una donna di Genova, Sabrina Ricci, 35 anni, ha strangolato il proprio figlioletto di appena 19 giorni e poi si è tolta la vita impiccandosi. L’omicidio-suicidio si è consumato in un’abitazione di corso Martinetti a Genova. Il bambino è stato ucciso nel letto con un cavetto di alimentazione per telefoni cellulari. Madre e figlio erano in casa da soli. Secondo le prime indiscrezioni, il padre del bambino non avrebbe riconosciuto il figlio e la madre, disoccupata, avrebbe sofferto di depressione post partum.
LA SCOPERTA – Il cadavere della donna, sarebbe stato trovato vicino a quello del figlioletto. La donna si sarebbe infatti impiccata alla spalliera del letto. A trovare i due corpi privi di vita sembra sia stato il padre della donna, che aveva le chiavi di casa, preoccupato perchè la figlia da martedì sera non rispondeva al telefono. Secondo quanto appreso dal dirigente della sezione omicidi della squadra mobile Alessandra Bucci, si tratterebbe di un classico caso di depressione post-partum.
LE TESTIMONIANZE – La donna si era trasferita da poco a vivere nell’appartamento nel seminterrato di una palazzina di pochi piani di corso Martinetti, nel quartiere di Sampierdarena. I vicini di casa per ora preferiscono non parlare, ma quei pochi che si lasciano sfuggire qualche parola, raccontano di una donna che viveva da sola col proprio bimbo. Intanto il medico legale che ha fatto la prima ispezione sui due cadaveri, Andrea Leoncini, farebbe risalire la morte a martedì, tra il tardo pomeriggio e la sera. La donna si è impiccata alla spalliera del letto usando un cordino di nylon, mentre il piccolo è stato strangolato con un cavo di alimentazione per telefoni cellulari. Dopo il sopralluogo, gli investigatori della squadra mobile si sono allontanati col padre di Sabrina Ricci, che è stato accompagnato in questura per ulteriori accertamenti ed in particolare per ricostruire il contesto in cui la tragedia si è consumata. Del caso si occupa il sostituto procuratore Vittorio Ranieri Miniati. Secondo quanto riferito dalla polizia, nell’appartamento non sarebbe stato ritrovato alcuno scritto lasciato per motivare la decisione del gesto.