Gang in azione nella notte in via Manzoni. Pistole puntate alla testa dei clienti
È una delle cruente scene di una rapina messa a segno l’altra sera a Posillipo, nel ristorante «Manzoni», sull’omonima strada – alla confluenza con via Stazio – da una gang di feroci malviventi che hanno razziato danaro, soldi e gioielli, terrorizzando gli avventori con spari in aria, percosse e minacce. Sono le 23,30 in punto quando, nel locale posillipino, fanno irruzione due banditi. Impugnano pistole e hanno il volto coperto da caschi integrali.
Sulla strada attendono due complici, in sella ad altrettante rombanti moto, pronte a schizzare via a tutta velocità. Anche costoro sono resi irriconoscibili dal casco. Nel locale i tavoli occupati sono quattro. Una dozzina complessivamente, gli avventori. L’atmosfera è tranquilla.
Quasi tutti sono al dessert. L’incursione dei criminali scatena il panico. Alla cassa c’è una giovane donna, nelle cucine tre dipendenti. I banditi – che sotto il casco hanno parte del viso coperto da bandane colorate – sono decisi. Urlano, imprecano. Non sono giovanissimi, venticinque, trent’anni al massimo, diranno poi ai carabinieri i clienti del ristorante. Sotto la minaccia delle armi gli avventori iniziano a consegnare le proprie cose.
Un avvocato si sfila dal polso un Tudor d’oro. Una signora di mezza età sgancia un bracciale in oro e diamanti. Un altro cliente consegna un portafogli. E denaro in contante. Diverse migliaia di euro in banconote di medio taglio. Poi uno dei banditi si accorge che un anziano ha fatto scivolare sotto il tavolo un orologio. Si tratta di un Vacheron Constantin.
Ed è a questo punto che si teme il peggio. I rapinatori perdono la testa. Uno esorta l’altro a uccidere l’uomo, un docente universitario, titolare di cattedra alla Federico II. Sotto il tavolo c’è il suo cagnolino che, nel vedere i due rapinatori accanirsi contro il padrone, inizia ad abbaiare. A questo punto la donna che è alla cassa, temendo che il bandito uccida il cliente urla con quanto fiato ha in gola. Un avventore seduto ad un altro tavolo reagisce e affronta i criminali. Uno dei malviventi lo percuote, sferrandogli il calcio della pistola sul volto.
Nel frattempo, richiamati dal trambusto, escono dalla cucina cuochi e camerieri. I banditi si rendono conto che le cose possono mettersi male, arraffano danaro, oggetti e gioielli (tralasciano l’incasso del ristorante) e scappano. Sparando in aria e terrorizzando ulteriormente i presenti. Raggiungono i complici e in una manciata di secondi fanno perdere le proprie tracce.
Dal locale la cassiera telefona al 113. Arrivano i carabinieri che raccolgono la denuncia dei depredati.