I cronisti sul posto: «Fuori luogo». Gioacchino Sferrazza ha definito «amico fraterno» un uomo arrestato. Il questore: «Messaggio devastante»
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Il presidente dell’Akragas (dal sito della società) |
AGRIGENTO – «Ho dedicato la vittoria all’ amico Nicola, non al boss mafioso». Il presidente dell’Akragas calcio Gioacchino Sferrazza ha replicato così, in un’intervista al Tg5, alle polemiche suscitate dalla decisione di dedicare la vittoria della sua squadra, che domenica ha battuto lo Sporting Arenella nel campionato di Eccellenza, al presunto capo mafia di Palma di Montechiaro Niocola Ribisi, arrestato il 17 settembre scorso dalla polizia. «Io – ha puntualizzato Sferrazza – non entro nel merito se sia colpevole o innocente: fino a quando non ci si sarà una condanna Nicola per me resta un amico che fino a dieci giorni fa era con noi sempre allo stadio». Il presidente dell’Akragas ha infine ricordato il «legame con la squadra dell’amico Nicola» sottolineando che la dedica «mi è stata chiesta da tutta la società, giocatore e tecnici».
IL QUESTORE – Sulla vicenda è intervenuto anche il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio: «La dedica della vittoria dell’Akragas al presunto capo mafia di Palma di Montechiaro, Nicola Ribisi, ci lascia senza parole. Quanto è accaduto domenica a margine della partita di calcio giocatasi allo stadio Esseneto ci fa tornare indietro di 40 anni. I sentimenti che animano lo sport in generale e il calcio in particolare sono stati praticamente cancellati con un netto colpo di spugna». E poi aggiunge: «Le parole di Sferrazza non passeranno inosservate – conclude il questore – e non è escluso che sulla vicenda possa venire aperta un’inchiesta della procura».
FIGC – Anche la Procura federale della Federazione italiana gioco calcio ha aperto un’istruttoria sulle dichiarazioni di Sferrazza. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha acquisito i virgolettati riportati dagli organi di informazione e con ogni probabilità procederà al deferimento di Sferrazza per la violazione dell’articolo uno del codice di giustizia sportiva.
LA VICENDA – Sferrazza domenica si era presentato ai giornalisti, dopo il successo per 5 a 0 contro lo Sporting Arenella (partita del campionato di Eccellenza) e, dallo stadio «Esseneto» di Agrigento, aveva lanciato il suo messaggio trasmesso in diretta da un’emittente radiofonica. I cronisti gli avevano fatto notare subito che si trattava di una «dedica fuori luogo», visto che era rivolta a un presunto boss mafioso. Per protesta, Sferrazza aveva imposto ai giocatori e all’allenatore il silenzio stampa.
CHI E’ – Ribisi, il presunto boss, 29 anni, titolare di un supermercato, è stato infatti arrestato il 17 settembre scorso. È accusato di associazione mafiosa. Secondo la polizia sarebbe il nuovo capo famiglia di Palma di Montechiaro. Il presidente dell’Akragas, 45 anni, invece, è titolare, insieme al fratello e ad altri familiari, di una catena di negozi che vendono dai giocattoli agli articoli da regalo.