Il 1° ottobre vertice a ginevra. Mosca, no a sanzioni. Il responsabile Salehi: «Non sospenderemo il progetto, è un nostro diritto sovrano. Nulla da dire sul nuovo sito»
Ali Akbar Salehi (Reuters) |
L’Iran non sospenderà il suo programma di arricchimento dell’uranio in quanto si tratta di un «diritto sovrano». A due giorni dal vertice a Ginevra fra i Paesi del gruppo 5+1 (Russia, Cina, Usa, Francia, Gran Bretagna + Germania) e Teheran sul nucleare, il numero uno dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica Ali Akbar Salehi getta benzina sul fuoco. «Se abbiamo il diritto di arricchire l’uranio, se abbiamo il diritto di convertire l’uranio, se abbiamo il diritto di produrre combustibile, lo faremo. Non sospenderemo questo progetto perché sono un nostro diritto sovrano. Non siamo disposti a mercanteggiare i nostri diritti sovrani».
IL NUOVO SITO – Ma Salehi va oltre, affermando: «Non discuteremo di nulla che riguardi i nostri diritti nucleari, ma possiamo discutere di disarmo, possiamo discutere della non proliferazione e di altre questioni generali». Quindi ha puntualizzato che questa posizione include il nuovo sito per l’arricchimento dell’uranio la cui esistenza, rivelata recentemente, ha suscitato dure condanne in Occidente. «Il nuovo sito rientra nei nostri diritti e non c’è bisogno di parlarne», ha detto il capo dell’agenzia iraniana, aggiungendo che Teheran non abbandonerà le proprie attività nucleari «neanche per un secondo».
PARLAMENTO – Infine il Parlamento iraniano ha minacciato non meglio specificate «altre decisioni» in campo nucleare se falliranno i colloqui di Ginevra: un documento, diffuso dall’agenzia Khabar, afferma che il prossimo incontro è, per le potenze mondiali, «una storica opportunità» per risolvere i problemi con l’Iran. Le potenze non devono tuttavia ripetere «i passati errori» perché il Parlamento ha il potere di adottare «altre decisioni». Già in passato Teheran aveva minacciato di ridurre la cooperazione con l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica e di uscire dal Trattato di non proliferazione, se fossero state varate nuove sanzioni.
MOSCA: NO SANZIONI – Nel fronte contrario all’imposizione di sanzioni c’è anche la Russia, secondo cui – per bocca del ministro degli Esteri Serghiei Riabkov – i test dei missili non devono essere utilizzati come pretesto contro Teheran: «Penso che in questa situazione non si debba sfruttare questo fatto come pretesto per promuovere l’introduzione delle sanzioni, anche se questo test nel contesto del dibattito politico sul programma nucleare iraniano aggiunge argomenti a coloro che pongono il problema di passare al dibattito delle sanzioni supplementari».A favore di sanzioni si sono espressi nei giorni scorsi, in occasione del G20, i leader di Francia e Gran Bretagna, Sarkozy e Brown.