Annozero, Romani: “Verifica legittima” Dalla Lega un odg per abolire il canone
Roma – “Una verifica legittima. Nessuna censura”. Il vice ministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, incontra il presidente della commissione di Vigilanza Ra, Sergio Zavoli, e fa il punto sulla situazione del “dossier Annozero” aperto dal governo con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. L’incontro di oggi, durante il quale è stata ribadita l’intenzione di acquisire informazioni dai vertici Rai per verificare la corretta attuazione del contratto di servizio, precede quello con i vertici dell’azienda, convocati da Scajola l’8 ottobre. In quella sede, ha detto Romani, “acquisiremo al massimo livello le informazioni” relative “ad Annozero ed eventualmente altri programmi sui quali riteniamo che, da parte del governo, debba esserci la verifica della corretta attuazione del contratto di servizio”.
Il responso dell’Agcom Due atti dell’Authority: la diffida per Beppe Grillo e Marco Travaglio per le affermazioni su Giorgio Napolitano e Renato Schifani e il parere richiesto da Masi per il contratto di Travaglio in cui si parla “di possibili sanzioni anche forti, fino al 3% del fatturato”. Romani cita anche “il codice etico, di cui si fa menzione nel contratto di servizio”, dove “si chiede a tutti i dipendenti e collaboratori di ottemperare a quanto previsto dal codice in tema di obiettività e rispetto del pluralismo. E il fatto che si sia contravvenuto a questo è per noi un altro elemento”. Dunque per Romani c’è “un combinato disposto di norme dalle quali si capisce che il governo è in piena facoltà di chiedere informazioni”. Di qui la decisione di attivare l’istruttoria, sapendo che il governo era “tenuto a informare la Vigilanza, cosa che ho voluto fare oggi in via addirittura preventiva”.
La Santanché: “Gazebo in piazza” Continua la protesta contro il canone Rai e in particolare la trasmissione Annozero di Michele Santoro. Stamani Daniela Santanché, leader del Movimento per l’Italia, ha allestito un gazebo in piazza San Babila. Santanché ha presentato nell’occasione alcune proposte: “Dovremmo creare Annoduemila, la trasmissione alternativa ad Annozero – ha detto -. Visto che Santoro va in onda ogni giovedì noi potremmo ideare una trasmissione identica, con le stesse modalità, sulla stessa rete, ma con un altro conduttore, e parlare male del centrosinistra”. Santanché chiede anche di discutere della Rai in parlamento: “Dovremmo privatizzare due reti su tre, in questo modo la terza rete diventerebbe il vero canale di Stato con una informazione corretta e obiettiva”. Critiche anche alla modalità con cui Santoro è tornato in Rai: “Dico basta con i palinsesti dettati dai giudici, in Italia non esiste alcuna trasmissione di destra che dimostri un tale livore nei confronti della sinistra. Propongo un controllo preventivo dei programmi, intorno a questo problema c’è grande interessa come dimostrano le firme che stiamo raccogliendo oggi”. Nei gazebo è possibile prendere un modulo per la sospensione del canone. È sufficiente compilarlo e spedirlo con raccomandata con ricevuta di ritorno. “Alle persone che aderiranno alla disobbedienza non può succedere nulla, anche perché l’evasione del canone riguarda più di un milione di persone che non pagano senza alcuna motivazione” ha concluso la Santanché.
La Lega contro il canone “Abolire il canone Rai, nonché la relativa tassa di concessione governativa, definendo una forma alternativa di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo secondo criteri di equità, efficacia ed appropriatezza”. Questo lo scopo dell’ordine del giorno presentato oggi da Davide Caparini (Lega Nord), segretario di presidenza in commissione Vigilanza Rai, durante la discussione generale in aula alla Camera dei deputati sul decreto legge correttivo al pacchetto di misure anti-crisi. “Si tratta di una tassa che non ha più motivo di esistere per diverse ragioni. Prima di tutto – afferma Caparini – è antiquata, perché istituita nel 1938, quando ancora non era nata la televisione. Inoltre è iniqua e profondamente ingiusta, sia territorialmente che socialmente. Territorialmente perché, mentre nel Nord del Paese il mancato pagamento di questa imposta si attesta al 5%, nel Meridione ha un’evasione del 30% con alcuni comuni che vanno oltre il 90%. È iniqua socialmente in quanto colpisce tutte le fasce di reddito”.
L’Agenzia delle Entrate: “Evasori” Chi non paga il canone Rai è un evasore fiscale. Lo afferma il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, spiegando che il canone della tv pubblica “è un’imposta”. “Sì” risponde Befera a chi gli chiede se si può considerare un evasore un contribuente che non paga l’abbonamento.
Grande stronzata in quanto nessuna legge fa riferimento esplicito al pagamento del canone Rai, se non per le frequenze radio, ed infatti la legge che regola le frequenze datata 1938 qundo appunto, come dice Caparini, non esisteva la televisione quindi non si può parlare di evasione fiscale ai denni dell’erario e tantomeno del servizio pubblico, pertanto si può didire in ogni momento per chi paga questa subdola tassa dove non viè nessuno che la impone, infine vorrei proprio vedere chi tra i politici e anche quelli dell’erario pagano quella che loro stessi definiscono evasione fiscale.
Altre volte partiti e movimenti politici hanno iniziato campagne che invitavano alla disobbedienza fiscale sul canone Rai. Ma il prezzo da pagare è stato alto: l’Agenzia delle Entrate si è messa alle costole del nuovo evasore, e se prima non si desisteva dal proposito, arrivava una bella cartella fiscale con tutto il suo carico di conseguenze. Perfino il fermo amministrativo di beni (auto, moto, altre proprietà) che non potrebbero più essere usati né rivenduti. Rischio dunque altissimo, e molte campagne (dai radicali alla Lega Nord) contro il canone Rai sono finite nel nulla per una comprensibile e motivatissima paura degli abbonati.
Il modulo
Ma anche se pochi la conoscono esiste una via legale alla disdetta del canone. L’hanno percorsa nell’ultimo triennio circa 600 mila vecchi abbonati a cui non è accaduto praticamente nulla. È tutto in regola, tanto è che è la stessa Rai a spiegare come fare nel suo sito dedicato agli abbonamenti. Per non pagare più il canone c’è una sola pre-condizione: quella di essere in regola con i pagamenti passati. Poi bisogna dichiarare di non volere più un televisore a colori in casa. Se lo si aveva (il canone è una sorta di tassa di possesso dell’apparecchio), bisogna autocertificare di averlo distrutto o rottamato oppure venduto, donato ad altri di cui bisogna indicare le generalità. Ma non è necessario avere un “complice”. Si può anche semplicemente dichiarare che non si vuole più utilizzare quel televisore. Questa intenzione va comunicata compilando apposito modulo che si può reperire su molti siti Internet e presso tutte le associazioni a difesa del consumatore e inviare disdetta a mezzo raccomandata all’Agenzia delle Entrate – S.A.T. – Sportello Abbonamenti Tv- Ufficio Torino 1- c.p. 22 – 10121 Torino. Nel modulo chi disdetta il canone chiederà all’erario di venire a suggellare uno o più televisori presenti nella propria abitazione. Per ognuno degli apparecchi in possesso dovrà pagare per l’ultima volta una mini-tassa di 5,16 euro attraverso un vaglia postale da inviare alla medesima destinazione. A questo punto si potrà non pagare più il canone Rai per il resto della vita. E gli apparecchi tv possono restare in funzione fino a quando non saranno messi i suggelli da parte dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Verranno? L’esperienza di centinaia di migliaia di cittadini che ha già seguito la via legale del divorzio dal canone Rai dice che è altamente improbabile. Ancora più improbabile se questo tipo di disdette arriva a pioggia.
La legge prevede infatti che non sia l’Agenzia delle Entrate ad occuparsi della suggellazione degli apparecchi, ma la Guardia di Finanza. I militari non possono entrare in casa di un cittadino se non glielo permette il diretto interessato. Se insistono, si ha diritto a chiedere visione del mandato loro consegnato. Si può chiedere di ripassare con regolare mandato (che non potranno avere) o portargli in strada un apparecchio per compiere la procedura. Loro lo infileranno in un sacco di iuta che verrà richiuso con i sigilli. In qualsiasi momento questi potranno essere tolti tornando a pagare regolarmente il canone di abbonamento Rai. Ma si può in genere dormire sonni tranquillissimi: la Guardia di Finanza ha ben altro da fare che correre in giro con quei sacchi di iuta. Di questi tempi poi è caccia grossa ai grandi evasori, ai paradisi fiscali, alle finte residenze e gli apparecchi Rai da suggellare rischiano di finire davvero in fondo alla lista delle comande e spesso per essere del tutto dimenticati.
Il signor Faccio
L’operazione è dunque legale, si può compiere in circa 15 minuti, e serve soprattutto come messaggio a chi amministra e gestisce la Rai con una limitatissima pena del contrappasso. Peraltro se il pressing delle disdette avrà successo e la tv di Stato tornerà alla sua unica vera missione, che è di svolgere un servizio per e non contro il pubblico si potrà anticipare qualsiasi missione a scoppio ritardato delle fiamme gialle tornando a pagare il canone meno a malincuore. Per altro per capire i termini della sanzione dei suggelli basta ripercorrere un caso che è arrivato fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo. È quello di un cittadino italiano, Bruno Antonio Faccio, che il 20 dicembre 1999 aveva inoltrato alla Rai la richiesta di disdetta legale dall’abbonamento al servizio radiotelevisivo pubblico. I sigilli al televisore sono stati posti il giorno 29 agosto 2003, quindi a tre anni e mezzo di distanza dalla disdetta. Lui è ricorso alla Corte sostenendo la violazione del diritto di ogni cittadino ad essere informato e la violazione della sua vita familiare per quei sigilli. Gli hanno dato torto, sostenendo che la misura è proporzionata alla necessità di dissuadere dal mancato pagamento di una “piccola tassa da 107,5 euro”. Il signor Faccio è comunque una eccezione. Nel solo 2007 le disdette legali al canone sono state oltre 250 mila. I sigilli messi agli apparecchi dalla Guardia di Finanza meno di 10 mila.
Il modulo (reperibile su http://www.associttadini.org/canonerai/ oppure http://sosonline.aduc.it/modulo/disdetta+del+canone+rai_24.php):
Lettera da inviare raccomandata A/R quando si intende far suggellare il televisore.
La cessazione può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, se fatta entro e non oltre il mese di novembre vale dal gennaio dell’anno successivo. Il pagamento d’euro 5,16 è unico, spetterà alla Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 – SAT Sportello abbonamenti TV – mandare i propri incaricati ad insaccare e sigillare il televisore che l’utente dovra’ mettere a loro disposizione.
A – SE SI POSSIEDE IL LIBRETTO DI ABBONAMENTO ALLA RAI:
1) Effettuare il pagamento di euro 5,16 mediante vaglia postale intestato a
“Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 – SAT Sportello abbonamenti TV – Cas. Post. 22 – 10121 Torino”
indicando sulla causale di versamento:
“Intendo far suggellare il mio televisore ed indico il numero del mio abbonamento n……………………”.
2) Cartolina contrassegnata con la lettera D (“D” = DENUNCIA DI CESSAZIONE DELL’ ABBONAMENTO), compilarla in ogni sua parte, e barrare la casella “Intende far suggellare il Televisore a Colori”.
Spedire la cartolina “D” assieme alla copia della ricevuta del vaglia postale per mezzo di lettera Raccomandata A.R..
Conservate con cura il vecchio libretto e tutti i documenti relativi alla pratica.
B – SE NON SI POSSIEDE PIU’ IL LIBRETTO DI ABBONAMENTO ALLA RAI:
1) Effettuare il pagamento di euro 5,16 mediante vaglia postale intestato a
“Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 – SAT Sportello abbonamenti TV – Cas. Post. 22 – 10121 Torino”
indicando sulla causale di versamento: “Intendo far suggellare il mio televisore ed indico il numero del mio abbonamento n……………………”,
2) Raccomandata con ricevuta di ritorno a:
Spett. “Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 – SAT Sportello abbonamenti TV – Cas. Post. 22 – 10121 Torino”
Il sottoscritto chiede la cessazione del Canone TV e, pertanto, concede autorizzazione – a voi o alla Guardia di Finanza in vostra vece – ad accedere alla propria residenza per far suggellare il televisore tipo…………………………………………………….(N° di Ruolo …………………….. ……………………) detenuto presso la propria residenza ed unica dimora. A tale scopo ha corrisposto l’importo di euro 5,16 a mezzo vaglia postale n° ………………….. del ……/……./…… (allega in copia la ricevuta del versamento) sul quale ha indicato il numero di ruolo dell’abbonamento. Dichiara altresì di non essere più in possesso del libretto di abbonamento e di non possedere altri televisori. Dichiara altresì – a quanto gli è dato sapere – che gli appartenenti al suo nucleo familiare hanno unica dimora presso la sua residenza e che non posseggono altri televisori. Allega fotocopia proprio documento identità. E’ edotto delle sanzioni penali previste dall’articolo 76 del TU sulla documentazione amministrativa (DPR 28/12/2000 n.445) nel caso di mendaci dichiarazion, falsita’ negli atti, uso e esibizione di atti falsi o contenenti dati non piu’ rispondenti a verita’, sotto la sua personale responsabilita’
Cognome ………………………………………………….. Nome…………………………………………………..
Via …………………………………………….. Città …………………………………………….. CAP ………….
Telefono……………………………………..
Data ……………………………….
Firma …………………………………..
Spedire la raccomandata assieme alla copia della ricevuta del vaglia postale.
Potete mandare la vostra adesione anche scrivendo alla mail: bastacanone@libero-news.it
,,,mai denaro fu più rubato come quello del canone, ci vorrebbe un referendum,,,,
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