Ma Fini: anomalie nell’iter, oggi si chiude. Berlusconi in aula. La Cgil: in piazza a novembre
ROMA — Dopo un aspro dibattito la Camera ha votato la fiducia richiesta dal governo sul decreto che estende l’applicabilità dello scudo fiscale. I sì sono stati 309 (Pdl, Lega, Mpa), i no 247 (Pd, Idv, Udc). L’iter parlamentare si concluderà oggi entro le 15 con il voto finale sul provvedimento. Il termine è stato fissato ieri dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha annunciato il ricorso, se necessario, allo strumento regolamentare della «ghigliottina». Con la ghigliottina, finora mai utilizzata, il presidente può in ogni momento sospendere il dibattito e passare al voto. Fini, pur riconoscendo «oggettive anomalie procedurali nella complessiva vicenda dell’iter del decreto, trasmesso dal Senato a 10 giorni dalla sua scadenza », ha motivato la decisione di chiudere la partita entro le 15 di oggi con la necessità di dare al presidente della Repubblica un tempo sufficiente a valutare il testo prima della promulgazione. Il decreto deve infatti essere convertito in legge entro sabato, altrimenti decade.
Per le dichiarazioni di voto, trasmesse in diretta dalla Rai, si sono mobilitati i big dei partiti e il presidente del Consiglio è arrivato ieri sera in aula per votare. In mattinata Silvio Berlusconi aveva difeso lo scudo per regolarizzare i capitali nascosti all’estero dietro il pagamento di un’aliquota del 5% e facendo salvi tutta una serie di reati, compreso il falso in bilancio: «Bisogna essere realisti questi soldi sono sfuggiti al controllo dell’erario». Con lo scudo, ha aggiunto, entreranno nelle casse dello Stato, «alcuni miliardi da spendere per lo sviluppo».
Ma secondo Antonello Soro, che ha annunciato ieri sera il voto contrario del Pd, si tratta dell’ «ennesimo condono», che sta «trasformando l’Italia in un vero e proprio paradiso fiscale». Soro si è quindi appellato a Fini perché non usi la ghigliottina. Ma il presidente della Camera ha ribadito in serata la sua posizione: «Ho il dovere di rendere possibile l’esercizio di voto», col quale «ogni deputato si assumerà la sua responsabilità». Nel pomeriggio quindi il testo arriverà al Quirinale.
Assolutamente contrario allo scudo anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che ha parlato di «vergognosa sanatoria di reati odiosi perpetrati alle spalle dei lavoratori onesti». Il capo dell’Idv, Antonio Di Pietro, si è nuovamente appellato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché «rimandi indietro questa norma incostituzionale, fatta per i criminali». Parole che hanno scatenato la reazione del capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «Le deprecazioni di Di Pietro sono spazzatura verbale». Per l’esponente del Pdl il decreto si inquadra in una politica più ampia che vede «la lotta decisa ai paradisi fiscali ». Contro lo scudo si mobilita la Cgil, che ieri ha annunciato una manifestazione nazionale a Roma per il 14 novembre contro tutta la politica economica del governo.
Enrico Marro
Fonte: Corriere della Sera