Non sapevo che fare,né Masi né Liofredi hanno risposto a telefono. La escort ospite dopo molte incertezze. «Ho registrato ma non volevo ricattare nessuno. In quelle due serate nella residenza romana del premier non ero l’unica escort»
ROMA – «In questa valle di Giosafat l’unica cosa che non farò è smettere di andare in onda: se vogliono che non vado in onda, lo devono dire, altrimenti fino a quel punto sempre in onda sto»: lo ha detto Michele Santoro aprendo la puntata di questa sera di «Annozero», accompagnata dalle polemiche per la presenza di Patrizia D’Addario. Santoro ha raccontato di aver ricevuto «attorno alle 19 di questa sera otto pagine con un parere dell’ufficio legale della Rai che in sostanza diceva che la D’Addario non può partecipare. Siccome era accompagnato da una stringata letterina del mio direttore di rete, gli ho subito chiesto se si trattava di una direttiva o solo di un parere di cui tener conto. E la risposta è stata: non ho ricevuto indicazioni aziendali in merito».
AI GIORNALISTI – In precedenza, prima di entrare in studio, Santoro ha raccontato ai giornalisti i concitati momenti pre-trasmissione: «Mi sono consultato con il mio legale, ma dalla Rai c’è stata una specie di black out». «Mi aspettavo di parlare con Liofredi o con il direttore generale, ma nessuno dei due – dice ancora il giornalista – mi ha risposto. Fino a quando mi è arrivata via mail la risposta ufficiale del direttore di Raidue che preferisco non commentare».
VIDEO BBC E BERNSTEIN – Una volta in onda Santoro ha chiuso il suo intervento iniziale lanciando una provocazione: «Non dico che immaginiamo di fare una tv irriverente così come la fa la Bbc – ha detto Santoro dopo aver mostrato un filmato della tv pubblica britannica che criticava il proprio premier – ma con tre reti Rai che non possono criticare il governo, una rete come La7 che è di Telecom ed ha qualche problema per i contratti telefonici e con tre reti Mediaset che sono del presidente del Consiglio, sono io questa volta a fare un esposto all’Agcom per capire: »chi è che garantisce il contraddittorio in questo paese?». L’ntervento di Marco Travaglio (ancora come ospite, il contratto con la Rai non è stato firmato) è stato incentrato sulla differenza tra Usa e Italia nelle leggi che riguardano le querele contro i giornalisti. E proprio uno dei grandi nomi del giornalismo Usa, Carl Bernstein (uno dei due giornalisti che scoprirono lo scandalo del Watergate) è intervenuto nel programma. «La stampa ha il dovere legittimo di accertare il vero se ci sono evidenti verità nelle accuse contro un Capo di Stato o un premier- ha detto -. È stato il caso di Monica Lewinsky nei confronti di Clinton ed è il caso che riguarda oggi Berlusconi. C’è da verificare se la condotta generale di Berlusconi si rifletta sul suo incarico. Secondo me le maggiori restrizioni al giornalismo sono autoimposte, più per pressioni o intimidazioni che per volontà del governo». E ha concluso: «Il giornalismo investigativo è un dogma per il giornalismo libero».
D’ADDARIO – Poi è stata la volta di Patrizia D’Addario in collegamento da Bari: «Ero felice del fatto di essere rimasta lì col presidente e che lui si era interessato alla mia persona, ha detto che mandava due persona a Bari sul mio cantiere. Era solo un aiuto che voleva darmi per rendere più veloce la pratica e mi rendeva felice». Patrizia D’Addario racconta così ad «Annozero» il giorno dopo del suo incontro a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Il presidente era molto affettuoso e molto gentile, non voglio entrare in merito alle cose della notte, si è interessato alla mia persona e la mia felicità era legata al fatto che lui era molto attento al mio progetto. Il giorno dopo mi ha chiamato ed ero felice», aggiunge D’Addario vestita di nero su divani rossi nel collegamento da Bari con il programma di Michele Santoro. «Perché ha registrato? Io non ho tradito nulla, nessuno è arrivato sul mio cantiere. Sono stata convocata dal giudice e dire tutta la verità. Io ho sempre registrato perché così mi sentivo più sicura, non perché volevo ricattare qualcuno, non ho mai pensato ad una cosa del genere», aggiunge, «e in quelle due serate nella residenza romana del Premier Silvio Berlusconi «non ero l’unica escort». «A Palazzo Grazioli – ha aggiunto – sembrava un harem». «Il premier lo sapeva che ero una escort. Lo ha detto anche alla Montereale che sapeva che ero una escort», dichiara poi la D’Addario nella sua intervista ad Annozero. «Se lo hanno detto anche le altre ragazze che sapevano che io dovevo rimanere li? Ho passato tutta la notte col presidente, lo sapevano tutti che erano una escort. Lo sapeva. Io mi sono presentata al presidente come Alessia». «Non mi vergogno di quello che ho fatto, di quello che ho detto. In Italia c’è la strumentalizzazione della donna. Ma a me importa solo del mio cantiere, liberate il mio cantiere». «La mia candidatura alle europee? Giampaolo Tarantini è venuto a prendere il mio curriculum dicendomi che ero candidata per le europee, quando ha richiamato il suo assistente ha detto che l’intervento della moglie del premier Veronica Lario aveva causato un gran casino sui giornali per le modelle, le veline, non si fa più niente», così racconta Patrizia D’Addario.
BELPIETRO – Ospite in trasmissione il direttore di «Libero», Maurizio Belpietro, che nel pomeriggio ha incontrato il premier nella sua residenza romana di Palazzo Grazioli. «Era un incontro programmato già da tempo», spiega Belpietro. «Sono sceso a Roma, avevo altri appuntamenti e ho incontrato anche il premier. Abbiamo parlato di varie cose, della situazione politica – prosegue il direttore di “Libero” – e, ovviamente, anche della vicenda che riguarda la puntata di “Annozero” di stasera”, alla quale è previsto l’intervento della escort pugliese Patrizia D’Addario. Berlusconi ha “manifestato le sue opinioni, che sono note: è indignato per le vicende di questi giorni compreso il caso Santoro con la puntata che ospita Patrizia D’Addario. È convinto che trasmissioni del servizio pubblico non debbano dare spazio a certi personaggi, che sia un’operazione politica. Io, da parte mia – conclude Belpietro – gli ho detto che credo che, al di là delle opinioni sulla trasmissione, non si dovesse fare nulla, non ci dovessero essere tentativi suoi o di altri di fermare la trasmissione».