Negozi chiusi e saracinesche abbassate in tutta la città. Assente il presidente Napolitano, al suo posto Schifani. In cattedrale 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore
(Afp) |
MESSINA – È il giorno più triste per Messina che deve dare l’ultimo saluto a 21 vittime dell’alluvione. I funerali sono iniziati alle 10.40 con un’applauso. Le bare, sistemate una accanto all’altra su due file ai piedi dell’altare della Cattedrale, sono la prova visibile dell’immensa tragedia che ha segnato per sempre Messina e Scaletta Zanclea. Sono avvolte nel Tricolore perché qui, come in Abruzzo, si è consumata una tragedia che tocca tutta l’Italia.
LUTTO NAZIONALE – Ecco perché oggi è giornata di lutto nazionale e sono presenti il presidente del Senato Renato Schifani, chiamato a rappresentare il capo dello Stato, e il premier Silvio Berlusconi. La cerimonia religiosa è officiata dall’arcivescovo Calogero La Piana che concelebra con l’arcivescovo emerito Giovanni Marra e quello di Palermo Paolo Romeo, presidente della Conferenza episcopale siciliana. Presente anche padre Martin Epure della chiesa di rito ortodosso per la benedizione della salma di una donna romena. Soprattutto ci sono le famiglie, le comunità colpite e migliaia di persone dentro e fuori il duomo, attraversate da una commozione frammista a rabbia.
DA L’AQUILA – Molti sono venuti da lontano, con i traghetti: come alcuni residenti de L’Aquila, città devastata dal terremoto; o un gruppo di calabresi, «Reggio piange i fratelli», si legge in uno striscione con i colori della bandiera italiana. Mentre la città si ferma: bandiere a mezz’asta, le scuole sono chiuse, le saracinesche abbassate. In chiesa anche i ministri Angelino Alfano e Stefania Prestigiacomo, il capo della protezione civile Guido Bertolaso, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro. Nella chiesa madre ci sono solo 21 delle 28 vittime dell’alluvione finora recuperate, una delle quali non ancora identificata; per le altre i familiari hanno scelto cerimonie private. Erano di Scaletta Zanclea, Giampilieri, Altolia, Briga e Molino. Ma oggi è come se ci fossero tutti, anche gli otto dispersi che hanno un nome e che si continua a cercare nel fango diventato come cemento.
LA BARA BIANCA – C’è la bara bianca della piccola Ilaria, 5 anni, coperta da fiori bianchi accanto a quella della madre. Il visino dolce e gioioso sorride da una foto. L’hanno cercata per giorni, solo mercoledì sera sono riusciti a recuperare il suo corpo sotto le macerie di casa in via Puntale a Giampilieri superiore. Il fango ha negato il futuro anche alla madre Teresa Macina, 40 anni, che era stata recuperata due giorni prima. Avvolta nella bandiera c’è la bara di Pasquale Neri, 29 anni che tutti conoscevano come Simone e che ha salvato otto vite: avrà la meddaglia d’oro al valor civile. Ci sono poi i feretri dei fratelli Cristian e Letterio Maugeri di 22 e 23 anni, finiti sotto il fango con il nonno Letterio Maugeri. Un’unica bara è coperta dalla bandiera romena, quella di Monica Balascuta, 48 anni. È morta insieme a Concetta Cannistraci che accudiva come badante. Nell’inferno di fango e detriti hanno perso la vita anche Giuseppa Calogero, 81 anni, Maria Carmela Barbera, 81 anni, Salvatore Scionti, 64 anni, Giuseppe Tonante, Agnese Falgetano, 44 anni, Francesco De Luca, Maria Letizia Scionti, 33 anni, Carmela Oliveri, 47 anni, Luigi Costa, 41 anni, Maria Li Causi, 84 anni, Maria Restuccia, 72 anni, Salvatore Zagami,45 anni, Martino Scibilia 86 anni.