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Pm: «Sette anni e due mesi a Corona»

 

L’accusa: «È accecato dal denaro, ricatti come estorsioni mafiose. Contro Lapo Elkann violazione aberrante», processo “vallettopoli”, in aula a milano anche belen rodriguez. Corona: “Io in carcere, ricattatori Marrazzo liberi”

 

MILANO – Sette anni e due mesi. Tanto chiede il pm Frank Di Maio per Fabrizio Corona, al termine della sua requisitoria al processo su “Vallettopoli” per i presunti ricatti a vip. «Un uomo accecato dal denaro, una macchina per fare soldi: questo è Fabrizio Corona – ha detto Di Maio -. Altro che un giornalista, è un uomo accecato dalla bramosia di denaro. Un ragazzo dotato di una certa intelligenza, di carisma e di fascino, che poteva usare le sue capacità per portare avanti un’impresa valida, ma non lo ha fatto, accecato dal denaro». Di Maio ha poi denunciato la «deriva inquietante della gestione del materiale fotografico, come dimostrano anche gli ultimi fatti di cronaca».

IL CASO MARRAZZO – L’imputato per estorsione e tentata estorsione, presente a Palazzo di Giustizia insieme alla compagna Belen Rodriguez, ha parlato con i cronisti della vicenda Marrazzo. «L’agenzia fotografica milanese ha usato più o meno le mie stesse modalità di vendita, ma non è stata nemmeno indagata, mentre io mi sono fatto 130 giorni di carcere – ha detto -. So qualcosa di più di questa storia, ma non lo vengo di certo a dire a voi. Chi ha un’agenzia viene spesso sollecitato, ti arrivano delle notizie e tu le rincorri». Nel caso di Marrazzo, ha aggiunto Corona, «sono sicuro che è stato il trans ad organizzare la cosa, perché fa notizia e se lo avessi intercettato io poi con me avrebbe guadagnato almeno 50mila euro».

«ESTORSIONI MAFIOSE» – Di Maio, nel corso della requisitoria, ha paragonato i ricatti che l’agente fotografico siciliano avrebbe compiuto a «estorsioni di tipo mafioso». Anche nella condotta di Corona, secondo il pm, «basta la rappresentazione del male che accompagna la minaccia, senza alcunché di concreto. Un comportamento che fa scattare nella persona offesa – ha proseguito il pm – un timore tale da coartare la volontà del soggetto». Il pm, in particolare, ha fatto riferimento al caso delle fotografie riguardanti Francesco Coco, che ritraevano l’ex calciatore nerazzurro all’uscita di una discoteca milanese in compagnia di una persona che poteva assomigliare a un transessuale. Coco pagò le fotografie a Corona ma, secondo il pm, «non si è verificata una libera contrattazione. Corona ha accompagnato la trattativa con minacce e ha insistito sul carattere scabroso delle foto per realizzare il suo ingiusto profitto».

LAPO ELKANN – Il pm ha poi citato il ricatto alla Fiat. Cercando di estorcere denaro mentre Elkann era ricoverato dopo l’overdose e «lottava tra la vita e la morte», Corona ha commesso una «violazione aberrante» secondo Di Maio. Quando Corona fece sapere ai responsabili comunicazione della Fiat che aveva in mano «materiale scandalistico» sulla notte trascorsa da Elkann in compagnia di un transessuale usò, secondo il pm, «una minaccia seria, grave e dal forte contenuto intimidatorio». Corona infatti, ha proseguito Di Maio, «in quel momento intuisce lo stato d’ansia della Fiat e le fa capire quale capacità di dominio abbia e che può mandare a farsi benedire la reputazione degli Agnelli». Quello che conta, secondo il pm, non è che poi la Fiat non abbia pagato, ma il contenuto di quella minaccia «lesiva della reputazione di Lapo, della Fiat e della famiglia Agnelli».

 

 

 

 

Pm: «Sette anni e due mesi a Corona»ultima modifica: 2009-10-28T15:22:13+01:00da
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