Il sottosegretario all’economia è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, «pressioni su enti prefettizi per incidere sul rilascio delle certificazioni antimafia»
Nicola Cosentino (LaPresse) |
MILANO – Nicola Cosentino «contribuiva, sin dagli anni ’90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone (..) Da tale sodalizio Consentino riceveva puntuale sostegno elettorale». È quanto si legge nel capo di imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa emesso dal gip Raffaele Piccirillo nei confronti del sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Pdl. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, 351 pagine in tutto, è stata trasmessa alla Camera per l’autorizzazione all’esecuzione. «È stata notificata questa mattina al presidente della Camera la richiesta di custodia in carcere per Cosentino» ha confermato Gianfranco Fini. Che in merito al destino politico del leader del Pdl campano ha opposto un severo alt: «La sua candidatura non è più nel novero delle cose possibili». Pare, d’altra parte, che il coordinatore campano del Pdl abbia anche avuto un colloquio telefonico con Berlusconi. Il premier avrebbe invitato Cosentino a tenere duro e ad andare avanti.
«SOSTEGNO ELETTORALE» – Nelle 351 pagine dell’ordinanza, il gip Piccirillo parla di un vero e proprio sodalizio tra il sottosegretario e le famiglie Bidognetti e Schiavone. Da tale legame Cosentino, si legge, «riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle elezioni a cui partecipava quale candidato diventando consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e, quindi, assumendo gli incarichi politici prima di vice coordinatore e poi di coordinatore del partito di Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato parlamentare del 2001». Cosentino avrebbe in particolare «garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa, amministrazioni pubbliche e comunali».
«INDEBITE PRESSIONI» – Nel capo di imputazione si fa riferimento, inoltre, a «indebite pressioni nei confronti di enti prefettizi per incidere, come nel caso della Eco4 spa (società che operava nel settore dei rifiuti, ndr) nelle procedure dirette al rilascio delle certificazioni antimafia». Cosentino è anche accusato di aver creato e cogestito «monopoli d’impresa, quali l’Eco4 spa e nella quale Cosentino esercitava, in posizioni sovraordinata a Giuseppe Vitiello, Michele Orsi (ucciso poi in un agguato di camorra, ndr), e Sergio Orsi, il reale potere direttivo e di gestione, così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando delle attività di impresa per scopi elettorali, anche mediante l’assunzione di personale e per diverse utilità».
«ASSUNZIONI MASSICCE IN CONCOMITANZA DELLE ELEZIONI» – Uno dei capitoli affrontati dal gip Piccirillo nell’ordinanza è quello delle assunzioni «massicce» in coincidenza con le scadenze elettorali. Il magistrato riporta alcuni brani di un interrogatorio reso dall’imprenditore Michele Orsi (titolare della Eco4 ucciso in un agguato di camorra) il 15 giugno. In quella circostanza Orsi «confermava il rapporto politico privilegiato allacciato sin dagli albori della società mista, a suo dire su sollecitazione del presidente Valente, con Nicola Cosentino e Mario Landolfi». Michele Orsi «descriveva – spiega il giudice – i termini essenziali dello scambio instaurato con i detentori del potere politico». L’accaparramento dei contratti di raccolta dei rifiuti solidi urbani presso tutti o quasi tutti i Comuni consorziati e la promozione di un ciclo integrato alternativo – osserva il magistrato – era l’impegno che i politici assumevano verso gli uomini del Consorzio. Massicce assunzioni (Orsi parla del 70% delle risorse umane) di personale inutile e talvolta del tutto inoperoso, effettuate in concomitanza con le scadenze elettorali o per conquistare il favore di persone che potevano tornare utili in ragione del ruolo professionale o politico rivestito rappresentavano la contropartita che i protettori politici richiedevano e puntualmente ottenevano dagli imprenditori mafiosi della ECO4 s.p.a.».
LE RIVELAZIONI DI UN PENTITO – Di sostegno elettorale da parte dei clan a Cosentino parla anche l’imprenditore casertano Gaetano Vassallo, che dal 2008 collabora con i magistrati dopo essere stato arrestato nell’ambito delle inchieste sulle infiltrazioni dei clan nella gestione dello smaltimento rifiuti in Campania. In un interrogatorio reso ai magistrati il primo aprile dello scorso anno, Vassallo racconta che fu il boss Francesco Bidognetti a indicargli la necessità di procurare voti all’attuale sottosegretario. «Ebbi modo – spiega Vassallo – di conoscere Nicola Cosentino proprio attraverso Francesco Bidognetti, proprio nel periodo antecedente all’arresto di quest’ultimo. Mi ero aggiudicato il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani sul comune di San Cipriano con la Setia Sud, intestata a mio fratello Salvatore, e un giorno Francesco Bidognetti mi convocò affinchè indicessi una riunione con le maestranze per sostenere il candidato Nicola Cosentino per le elezioni provinciali. Me lo presentò come suo amico e io personalmente ebbi a prelevare Cosentino insieme al fratello minore e a portarlo presso il deposito dove erano riunite le maestranze, invitandole al voto secondo le indicazioni di Francesco Bidognetti». A partire da allora, continua il pentito, «ebbi modo di incontrare Cosentino anche dopo la sua elezione a parlamentare».