Gli analisti scommettono sull’inversione di tendenza della crisi nei prossimi due anni. Nella seconda parte dell’anno attesi livelli positivi per il Pil. Ma c’è cautela: fattori favorevoli forse temporanei
Il numero uno della Bce, Jean Claude Trichet (Lapresse) |
MILANO – «Nella seconda parte dell’anno il tasso di crescita trimestrale del Pil in termini reali potrebbe riportarsi su livelli positivi», ma «l’incertezza resta elevata, data la natura temporanea di alcuni dei fattori favorevoli». È quanto si legge nel Bollettino della Banca centrale europea (Bce), secondo la quale «l’area dell’euro dovrebbe beneficiare del contributo del ciclo delle scorte e della ripresa delle esportazioni, nonchè dei significativi interventi di stimolo macroeconomico in atto e delle misure adottate per ripristinare il funzionamento del sistema finanziario», i cui effetti «potrebbero essere più pronunciati di quanto anticipato». Sul fronte dei rischi al ribasso, «persistono timori concernenti interazioni negative più intense o prolungate fra l’economia reale e il settore finanziario, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche e un’eventuale correzione disordinata degli squilibri internazionali».
LE STIME SUL PIL – Gli esperti professionali del Survey of Professional Forecasters (Spf), contattati dalla Bce, hanno inoltre rivisto decisamente al rialzo le stime sull’andamento del Pil di Eurolandia nel 2009, 2010 e 2011. In particolare, l’Spf ha aumentato di 0,6 punti percentuali la stima del Pil per il 2009, portandola dal -4,5% dell’ultimo rilevamento al -3,9%. «Le aspettative di crescita per il 2010 e il 2011 sono state altresì riviste al rialzo (rispettivamente di 0,7 e 0,1 punti percentuali) e si collocano attualmente all’1% ed all’1,6% rispettivamente», si legge nel documento. Gli esperti hanno fatto riferimento alla ripresa del commercio mondiale, oltre che agli effetti positivi delle misure di politica economica adottate dai Governi. Variano anche le stime sul fronte dell’inflazione e dell’occupazione: nel primo caso l’Spf, rispetto all’indagine precedente, ha ridotto le attese di inflazione di 0,1 punti percentuali allo 0,3% per il 2009, mentre le ha alzate di 0,1 punti percentuali (all’1,2%) per il 2010. Sul fronte occupazionale, le aspettative sono state riviste al ribasso di 0,2 e 0,3 punti percentuali per il 2009 e il 2010, i cui tassi di disoccupazione si collocano ora al 9,5% ed al 10,6%.
POLITICHE PER IL LAVORO – C’è poi un monito per i governi dei Paesi di Eurolandia: nell’uscire dalla crisi devono dare «importanza cruciale» a politiche che mirino a favorire l’occupazione, al fine di «prevenire una disoccupazione strutturale molto più elevata nei prossimi anni». Allo stesso tempo, i Governi «devono rendere note e attuare tempestivamente strategie di uscita dalle misure di stimolo e strategie di riequilibrio dei conti pubblici che siano ambiziose», altrimenti si «potrebbe rischiare seriamente di compromettere la fiducia dei cittadini nella sostenibilità delle finanze pubbliche e nella ripresa economica».