DOPO LA MORTE DI BRENDA. L’ex governatore chiuso in monastero: «Allora è vero che c’è un complotto»
(Ansa) |
ROMA – «E’ colpa mia, è colpa mia. Dopo aver distrutto me, hanno fatto morire anche lei. Non è possibile, non è giusto, non doveva andare così. Perdonatemi per il male che ho fatto a tutti quanti. Non volevo. Ho sbagliato, ho commesso tanti errori, ma non doveva finire così…»: Piero Marrazzo è ricaduto nella disperazione ieri mattina, quando ha saputo della morte di Brenda. Pensava di aver già affrontato i giorni più duri: quelli dello scandalo, della vergogna, delle difficilissime confessioni alla famiglia, dell’uscita di scena dalla politica a testa bassa. Pensava di essersi lasciato alle spalle i momenti peggiori.
Invece adesso è stato costretto a fare i conti con altro e nuovo dolore. Con nuovi struggenti sensi di colpa. E con la paura. L’ex governatore è ancora nell’abbazia di Montecassino, nel Sud del Lazio. Lascia il silenzioso monastero solo per venire a Roma per le sedute di psicoterapia. Gli altri giorni, fra celle e confessionali, scorrono tutti uguali, scanditi dalle regole dei religiosi che gli danno ospitalità: otto ore di preghiera. Dall’alba al tramonto. Terapia spirituale, la chiamano. Preghiera e meditazione. Dalle lodi del mattino, ai vespri della sera. E poi passeggiate. Letture. Pasti leggeri con i monaci. Qualche contatto solo con la famiglia. Con gli amici più stretti. Con l’avvocato. Per il resto se ne sta lì, lontano dal mondo. Al riparo dai giornalisti che da settimane lo cercano. Ieri però, poco dopo il raccoglimento mattutino nella cappella minore dell’abbazia, è arrivata la telefonata maledetta: «Piero, siediti e cerca di stare tranquillo. È successo qualcosa di brutto…». La notizia che ha sconvolto il giornalista. «Se non ci fosse stato tutto questo clamore intorno a me, se non fosse venuta fuori questa vicenda, se non avessi coinvolto tutte queste persone in questa storia, forse Brenda sarebbe ancora viva», si è sfogato l’ex governatore, con la voce strozzata dalle lacrime. «Allora è vero che c’è un complotto, è vero che dietro c’è qualcosa di grosso. Dio mio che ho combinato, perdonatemi vi prego. Non volevo coinvolgere la mia famiglia, non volevo far soffrire nessuno…», ha aggiunto.
«Perché prendersela con Brenda? Perché deve soffrire così tanta gente?», ha continuato a chiedersi. E così, oltre al dolore per la morte del trans, adesso si è affacciata la paura. Non quella del ricatto di qualche carabiniere farabutto in cerca di facili guadagni. La paura di qualcosa di ben peggiore. Troppi misteri. Troppi sospetti. Troppe cose che non tornano. Del resto, come ha sottolineato Luca Petrucci, l’avvocato che segue Marrazzo, quanto accaduto «è inquietante, è una svolta davvero inquietante. Non posso pensare che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e poco dopo è morta. Vanno approfondite le cause, bisogna capire che cosa c’è dietro, anche se non ho alcun elemento per aggiungere qualcosa in più». Secondo Petrucci in ogni caso sarebbe giusto «mettere sotto protezione Natalie», l’altro trans coinvolto nella vicenda. E ancora: «A questo punto temo per l’incolumità di Marrazzo. Chiedo e spero che non gli venga tolta la scorta». Il mistero della morte di Brenda fa dunque paura. Terrorizza l’ex governatore. «Piero è preoccupatissimo non tanto per sé, quanto per quello che potrebbe capitare alla famiglia», racconta uno dei suoi amici, «teme che ci sia qualche giro molto più grande e pericoloso di quanto avesse immaginato all’inizio. E ha paura che qualcuno possa fare altro male alle persone a lui care ».
La procura starebbe valutando l’ipotesi di mettere sotto sorveglianza anche la famiglia di Marrazzo, la moglie e la figlia. In realtà già erano stati predisposti fin dalle scorse settimane dei «passaggi frequenti» di pattuglie dei carabinieri e della polizia nei pressi dell’abitazione. Misura precauzionale. Dopo i nuovi sviluppi, però, si pensa a controlli più stringenti, almeno fino a quando non verrà fatta piena luce sulla morte di Brenda. Marrazzo, appena saputo dei drammatici sviluppi della vicenda, dopo il primo momento di sconforto, ha pensato di lasciare il ritiro spirituale. «Come faccio a stare tranquillo con tutto quello che sta succedendo? Come posso stare qui? Devo tornare a casa, devo stare vicino alla mia famiglia, devo proteggerla. Senza volerlo li ho comunque coinvolti in tutto questo, devo fare qualcosa», ha ripetuto l’ex governatore confidandosi con le persone più vicine. Ma poi lo hanno convinto a restare fra i monaci. Per andare avanti con la terapia spirituale. Ha provato a rilanciare chiedendo di essere raggiunto dalla moglie Roberta e dalla figlia. «Non è possibile. E per loro non sarebbe un bene», gli hanno risposto.
Paolo Foschi