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Giallo mani mozzate, fermato un vicino

 

Svolta nell’inchiesta sull’omicidio avvenuto il 5 novembre a Cocquio Trevisago. Un artigiano 58enne in manette per l’omicidio di Carla Molinari, 82 anni. Trovate le sue impronte

 

La vittima, Carla Molinari, 82 anni (Ansa)

Svolta nel giallo dell’omicidio di Carla Molinari, l’82enne uccisa il 5 novembre nella sua villetta di Cocquio Trevisago (Varese) e mutilata delle mani dal suo assassino: un uomo è stato posto in stato di fermo. È Giuseppe Piccolomo, 58 anni, di professione imbianchino. Il fermato, un artigiano che vive in un paese vicino, era già stato condannato per omicidio colposo della moglie, nel 2003 (l’uomo ebbe un incidente in auto: lei morì carbonizzata, mentre il marito si mise in salvo senza però riuscire a salvarle la vita. Per questo, l’imbianchino patteggiò la pena a un anno e quattro mesi per omicidio colposo). A quanto si è saputo, il presunto assassino e Carla Molinari si conoscevano da tempo. Gli investigatori stanno ricostruendo nel dettaglio la natura dei loro rapporti e le ultime ore di vita dell’ex tipografa e della persona accusata di averla uccisa. A carico del fermato vi sarebbero impronte di scarpe sul luogo del delitto e gli spostamenti del suo telefono cellulare. Gli sarebbero, inoltre, stati riscontrati graffi sul volto, frutto forse di una colluttazione. L’uomo, appassionato di CSI e altri telefilm del genere, avrebbe tagliato le mani dell’anziana perché sotto le unghie di lei era rimasto il suo materiale genetico. L’unico precedente di questo genere era avvenuto negli Stati Uniti, e se ne parlava in una puntata della fiction tv. Investigatori e inquirenti non fanno cenno al possibile movente del brutale omicidio. Quel che è certo è che lo ritengono premeditato.

LE IMPRONTE DI SCARPE – A tradire l’indagato sarebbero state proprio le impronte di scarpe, numerose, trovate sulla scena del delitto. Erano in tutta la casa, escluso il bagno: scarpe da ginnastica, nume­ro non grande (38/39), lo stesso della vittima e del presunto assassino, piccolo di statura. Sembravano seguire traiettorie senza senso. In al­cuni punti erano appaiate, come per la conseguenza di un salto. Insensate, tanto da far pensare a un depistaggio, ipotesi valida anche per i quattro mozziconi di sigaretta senza cenere accanto e ritro­vati per terra: erano di quattro marche diverse e la vittima non fumava. Così come avrebbero potuto essere depistaggi la cernie­ra slacciata dei pantaloni di lei (perché si pensasse a una violen­za?) oppure le carte lasciate sui cassetti e la cura sistematica nel­lo svuotarli tutti, come si voles­se suggerire la teoria di una rapi­na o un furto. In casa non c’erano altri segni i disordine o collut­tazione, a parte uno sgabello per terra accanto alla donna. L’assassino aveva allacciato la cerniera del maglioncino di Carla, prima aper­to perché sul davanti non ci so­no i segni dell’oggetto appuntito con cui è stata colpita 15 volte.

IL TESTAMENTO – Un amico di famiglia aveva riferito che Carla Molinari, il cui patrimonio ammontava a circa 500mila euro, stava per fare testamento: «Era già andata a incontrare un no­taio e mia madre l’aveva ac­compagnata – ha raccontato Piercosma Turua­ni Porretti -. Voleva lasciare una parte dei suoi averi ad alcu­ni parenti, ma non tutto, per­ché diceva che erano già perso­ne benestanti. Una parte vole­va invece lasciarla alla Chiesa. Mi sembra volesse anche desti­nare un campo che possedeva a Caldana, una frazione di mon­tagna, alla signora che per tan­ti anni le aveva tenuto le chiavi di casa, a cui era davvero rico­noscente e a cui era fortemen­te legata».

Giallo mani mozzate, fermato un vicinoultima modifica: 2009-11-27T12:50:49+01:00da
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