Tra le accuse associazione a delinquere, tentato omicidio, usura, riciclaggio. Oltre ai boss Parisi e Di Cosola coinvolti direttori di banca, professionisti, amministratori pubblici e avvocati
ROMA – Bari messa sottosopra con un blitz all’alba, con oltre mille finanzieri che hanno eseguito quasi un centinaio di arresti disposti dalla Dda di Bari, a carico di affiliati ad una cosca mafiosa pugliese – completamente smantellata. Sono stati sequestrati beni per 220 milioni di euro, compresa la holding imprenditoriale del clan operativa anche all’estero. Le accuse sono quelle di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, usura, riciclaggio, turbativa d’asta, e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Tra i destinatari delle misure eseguite dal Gruppo Investigativo sulla Criminalità Organizzata delle Fiamme Gialle di Bari, vi sono anche alcuni «colletti bianchi».
GLI ARRESTATI – I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono 83 persone (53 sono state poste in carcere, 30 ai domiciliari): tra questi figura il capoclan barese “Savinuccio Parisi”, assieme a suoi luogotenenti e gregari, e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell’omonimo clan contrapposto agli Strisciuglio. Parisi, tornato il libertà da qualche tempo dopo aver scontato in carcere una pena definitiva, è ritenuto da anni dagli inquirenti il capo carismatico di una frangia della mafia barese attiva soprattutto nel rione Japigia di Bari che nei primi anni Novanta era il market della droga.
AMMINISTRATORI PUBBLICI – Nell’indagine della Guardia di finanza sono coinvolti anche amministratori di alcuni Comuni del barese e professionisti. I primi sono indiziati di aver rilasciato autorizzazioni amministrative per favorire l’attività imprenditoriale apparentemente lecita del clan Parisi, gli altri di aver offerto la propria consulenza per favorire gli affari illeciti del boss.
Nell’inchiesta sono coinvolti – a quanto è dato sapere – direttori di banca, professionisti, amministratori pubblici e avvocati. Per la prima volta – viene fatto rilevare – l’indagine «fotografa» il coinvolgimento di persone della Bari bene in indagini sulla criminalità organizzata. A sostegno di questa ipotesi accusatoria vi sarebbero non solo intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche filmati video ritenuti dagli inquirenti particolarmente significativi.