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Approvato l’Accordo di Copenaghen dopo la dura opposizione del Terzo mondo

 

Ban Ki-moon: «È una prima tappa essenziale, lavoreremo perché diventi vincolante». All’intesa minimalista si erano opposte America Latina, isole del Pacifico e Africa. Sudan: «Sarà un Olocausto»

 

Un delegato cede al sonno durante la maratona notturna (Ap)

COPENAGHEN – Alla fine anche i Paesi in via di sviluppo hanno ceduto e «hanno preso nota» poco dopo le 10,30 di sabato dell’Accordo di Copenaghen, la cui intesa (senza valore vincolante) era stata raggiunta venerdì sera dal presidente americano Barack Obama e sottoscritta dal premier cinese Wen Jiabao, dal primo ministro indiano Manmohan Singh e dal presidente sudafricano Jacob Zuma. Nella dichiarazione finale saranno elencate le nazioni a favore dell’Accordo e quelle contrarie. «L’accordo è stato siglato, si tratta di una prima tappa essenziale. La tempestica non è chiara, ma faremo di tutto perché l’accordo diventi legalmente vincolante entro il 2010», ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il vertice è stato dichiarato ufficialmente chiuso alle ore 15,28, con 21 ore e 38 minuti di ritardo rispetto a quanto stabilito in partenza.

ACCORDO – L’accordo, un documento di appena tre pagine, fissa come obiettivo il limite di riscaldamento del pianeta a 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Prevede anche degli aiuti di 30 miliardi di dollari su tre anni (rispetto ai 10 inizialmente previsti) per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, e una successiva crescita degli aiuti fino a 100 miliardi di dollari entro il 2020.

OPPOSIZIONE – Il fatto di «prendere nota» dell’accordo «dà uno statuto giuridico sufficiente per rendere l’accordo operativo senza avere bisogno dell’approvazione delle parti», ha spiegato Alden Mayer, un esperto e direttore della Union of concerned scientists. Il Terzo mondo ha ceduto anche perché, senza un accordo all’unanimità come previsto in casi simili dalle Nazioni Unite (e questo, come hanno fatto notare in molti, tra i quali il presidente francese Nicolas Sarzoky, è un grande limite perché è oggettivamente arduo mettere d’accordo gli interessi di 193 nazioni diverse), non avrebbero potuto essere attivati nemmeno i fondi compensativi. Durante la notte si era registrata la ferma opposizione del piccolo arcipelago nel Pacifico di Tuvalu (il primo Paese che ha già avuto «rifugiati climatici») e poi da una raffica di interventi contrari di nazioni latinoamericane: Venezuela, Bolivia, Cuba, Nicaragua e Costarica.

LE CRITICHE – Poco dopo le 3 di notte è arrivato il no di Jan Fry, il rappresentante di Tuvalu che già nei giorni scorsi si era distinto per aver descritto in lacrime la minaccia climatica che pesa sul suo Paese. «Avete messo trenta denari sul tavolo per farci tradire il nostro popolo, ma il nostro popolo non è in vendita», ha detto Fry. Sono seguite decine di interventi, con molte critiche per i metodi seguiti dalla presidenza danese e dal gruppo dei leader di 25-30 nazioni che ha cercato di far uscire il negoziato dalla situazione di stallo. Molto virulento, e poi molto criticato, è stato l’intervento del rappresentante del Sudan e del G77, che ha paragonato il tentativo di imporre l’accordo all’Olocausto, dicendo che condannerebbe il popolo dell’Africa all’incenerimento.

Protesta ambientalista a Copenaghen (Ap)

LA BOZZA DELLA SERATA – L’intesa fra Usa, Cina, India e Sudafrica, dopo un lungo momento d’incertezza a tarda sera era stata sottoscritta a malincuore anche l’Ue, che non aveva partecipato all’incontro quadrilaterale promosso da Obama. L’Ue aveva valutato criticamente il testo scaturitone. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, durante una conferenza stampa convocata alle 2 di notte con il presidente di turno dell’Ue e primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt, ha sostanzialmente spiegato come a quel punto sembrasse essere ormai l’unico accordo possibile, pur riconoscendo che restava al di sotto delle attese e delle ambizioni di Bruxelles. La presidenza dalla conferenza del premier danese Lars Loekke Rasmussen, nonostante le critiche iniziali, è stata poi difesa da molti altri interventi. Si discute ancora se retrocedere la proposta di accordo a un documento informativo, o se approvarlo mettendo una nota a piè di pagina con la menzione dei Paesi contrari.

Approvato l’Accordo di Copenaghen dopo la dura opposizione del Terzo mondoultima modifica: 2009-12-19T15:59:30+01:00da
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