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Dagli egizi alle tv , come l’Oroscopo è diventato di massa

 

Stelle e futuro – Il Garante: superstizione. Gli astrologi: un passatempo. Previsioni da 3000 anni. Nel ’900 la svolta dei rotocalchi


Astra inclinant, non necessitant: «Gli astri influenzano, ma non costringono», scriveva Tommaso d’Aquino. Chissà cosa direbbe il Santo di fronte al successo popolare dell’astrologia, con giornali, radio e televisioni così prodighe di consigli per una gestione del futuro a buon mercato. Amore, fortuna, soldi, tutto è scritto nelle stelle. «Uno sfruttamento della credulità e della superstizione delle persone più vulnerabili », accusa il Garante per la comunicazione. «Calma, l’oroscopo da rotocalco è solo un passatempo—rispondono gli astrologi —, niente più di un giochino innocente». Gli astri, del resto, non costringono nessuno.

È proprio attraverso i giornali che si diffondono gli oroscopi come li conosciamo (e li critichiamo) oggi. «Un tempo erano riservati a Papi e sovrani, e la posizione dei pianeti veniva calcolata con estrema precisione secondo il giorno, l’ora e il luogo di nascita del personaggio», spiega l’esperto di astrologia Roberto Donzelli. Poi, nel Novecento, da quello «personalizzato» si è passati all’oroscopo di massa: «L’anno di svolta fu il 1930, in Inghilterra, quando alla nascita di Margaret, la sorella di Elisabetta, i Windsor fecero pubblicare sul Times il suo quadro astrale. Non era mai accaduto prima e da allora ogni suddito britannico, proprio come la principessa, voleva il proprio oroscopo».

Certo, calcolando solo la posizione del sole, le previsioni sui giornali non sono più rivolte al singolo ma devono valere per un dodicesimo dell’umanità. Un po’ di approssimazione, diciamo, è d’obbligo. La passione per l’oroscopo è però ormai inarrestabile. Negli anni Cinquanta e Sessanta conquista quotidiani e riviste: «Il più letto è quello di Tv Sorrisi e Canzoni», spiega l’astrologo e storico dell’astrologia Antonino Anzaldi. Negli anni Settanta si assiste a un nuovo boom: «Amica inserisce i tagliandi astrologici, che i lettori possono inviare al giornale con i propri dati per ricevere l’oroscopo personalizzato. Poi, nel ’77, nasce Astra, di gran lunga la rivista più seria del settore che nei periodi di agosto e dicembre arriva a vendere anche 500 mila copie».

Televisione e radio non stanno a guardare. E gli astrologi diventano personaggi: «Anzi, è più vero il contrario—continua Anzaldi —, al di là della loro bravura nel calcolo degli astri, hanno successo proprio perché sono innanzitutto dei personaggi. Uno su tutti: Francesco Waldner». Fu anche un sensitivo, affascinò Freud e Jung, e la leggenda vuole che riuscì a prevedere persino l’anno della sua morte, il 23 giugno del 1995. «Nel 1985 fu trasmesso Zodiaco, il primo varietà giocato sui segni zodiacali», ricorda Rudi Stauder, ex direttrice di Astra, mensile ora guidato da Andrea Monti.

Millenni prima di finire negli show televisivi, la pratica astrologica nacque tra gli Egizi intorno all’VIII secolo a.C.. Dopo le conquiste di Alessandro Magno entrò in contatto con la cultura greca: «I Greci collegano i miti alle costellazioni e riempiono il cielo di storie meravigliose — spiega la storica Eva Cantarella —, come quella della ninfa Callisto trasformata in Orsa da una gelosissima Era, la moglie di Zeus». Gli oracoli, poi, vanno interpretati: «Ibis redibis non morieris in bello, risponde la Sibilla Cumana al soldato. Che però, a seconda della virgola, si può tradurre in due modi: “Andrai, ritornerai, e non morirai in guerra”, oppure “Andrai, non ritornerai, e morirai in guerra”». Rubare i segreti al futuro non era facile neppure allora.

Fabio Cutri

Dagli egizi alle tv , come l’Oroscopo è diventato di massaultima modifica: 2009-12-30T13:02:28+01:00da
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