I familiari delle vittime di via georgofili ad alfano: «È scandaloso». Sta scontando l’ergastolo nel carcere di Opera. Al processo Dell’Utri lamentò uno stato di salute precario
Giuseppe Graviano |
PALERMO – Il boss mafioso Giuseppe Graviano, che sta scontando l’ergastolo nel carcere di Opera, ha ottenuto la revoca dell’isolamento diurno. Graviano continua, comunque, a essere sottoposto al regime carcerario del 41 bis. La decisione è della terza sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo ed è motivata con il superamento del tetto massimo dei tre anni previsto dalla legge, dato che il boss è in cella dal 27 gennaio del 1994 e che l’isolamento gli è stato dato più volte durante la sua reclusione. «I magistrati – dice l’avvocato Gaetamo Giacobbe – hanno applicato la norma che stabilisce un tetto massimo per il carcere duro. Cumulati i periodi di detenzione diurna trascorsi al 41 bis, si è arrivati al tetto di tre anni previsto dalla legge». Graviano continua ad essere regolarmente sottoposto al regime di carcere duro del 41 bis (tra le imposizioni ai capi di Cosa Nostra il vetro blindato per parlare con i parenti, l’impossibilità di toccare i figli minorenni, la limitazione nelle visite e nei colloqui anche con gli avvocati, la censura sulla posta e limiti anche nei pacchi da e verso l’esterno), ma potrà avere contatti con altri detenuti durante il giorno. Il 41 bis è tra l’altro illimitato e non sottoposto al tetto massimo dei tre anni.
IL PROCESSO – Graviano, capomafia di Brancaccio, è stato condannato all’ergastolo come organizzatore delle stragi del ’93 a Roma, Firenze e Milano, dov’era stato arrestato assieme al fratello Filippo. L’11 dicembre scorso entrambi erano apparsi, collegati in videoconferenza, davanti alla Corte di Appello di Palermo che sta processando per concorso esterno in associazione mafiosa il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a 9 anni. I due Graviano erano stati citati per confermare le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza sui loro presunti rapporti con il senatore. Filippo Graviano aveva seccamente smentito Spatuzza, mentre Giuseppe Graviano si era avvalso della facoltà di non rispondere, lamentando di non essere in grado di sostenere un interrogatorio a causa dei suoi problemi di salute.
FAMILIARI VITTIME – «È scandaloso che in questo clima di buonismo a buon mercato, a Graviano sia stato fatto un regalo di Natale» afferma Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, riferendosi al ministro della Giustizia, Angelino Alfano. «Ministro, butti via le chiavi per il mafioso che ci ha rovinato la vita ammazzando i nostri figli – dice Maggiani Cheli -. Siamo pronti a mettere le tende con striscioni di protesta in via dei Georgofili«. Poi, rivolgendosi al ministro degli Interni, chiede se «i falsi attentati sparsi in giro in questi giorni natalizi non fossero il ricatto della mafia per l’annullamento del 41 bis».