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Troppe tasse sul lavoro. Ora serve una riforma

 

Le reazioni Dopo la pubblicazione dei dati 2008 sul «Corriere». L’appello di sindacati e imprese al governo

ROMA — «Dico solo una cosa: il nostro sistema fiscale è stato introdotto nel 1971. Serve una semplificazione, uno snellimento: si deve andare verso un fisco con meno leggi e meno farraginoso». Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi, conferma l’intenzione del governo di affrontare molto presto una nuova riforma fiscale. I sindacati, compresa la Cgil, le imprese e le categorie professionali sono pronte a sedersi al tavolo della discussione con il ministro dell’Economia e soprattutto emergono tra loro alcuni punti importanti di consenso sulle grandi linee tracciate da Giulio Tremonti, che vuol spostare il peso fiscale «dalle persone alle cose» e mettere al centro del progetto la semplificazione. «Dobbiamo puntare ad uno spostamento della tassazione dai redditi personali ai consumi » dice Antonio Vento, responsabile della fiscalità della Confcommercio. «Serve una riforma strutturale del fisco, cominciando dalla rimozione delle distorsioni attuali. La riforma —secondo Vento—dovrebbe ispirarsi a una serie di incentivi che promuovano e agevolino la produzione del reddito».

Una linea piuttosto simile a quella di Tremonti, che immagina un sistema fiscale «bonus/malus» con premi fiscali per le famiglie, il lavoro, la ricerca e la protezione dell’ambiente e la penalizzazione delle rendite e delle attività inquinanti. «La riforma deve far perno sulla valorizzazione del lavoro, con una riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, e sulla lotta all’evasione» osserva Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che commentando i dati anticipati ieri dal Corriere della Sera sui redditi dichiarati dagli italiani nel 2008, sostiene che «la media resta bassa proprio perché le tasse le versano in prevalenza i dipendenti ed i pensionati, il che rende ancor più urgente affrontare l’evasione». «Abbiamo una media dei redditi che risente del grande male italiano: il lavoro nero e l’evasione contributiva e fiscale» concorda Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl, mentre Cristina Ricci della segreteria Ugl chiede «una riforma strutturale che sia incentrata sul quoziente familiare e sul contrasto all’evasione ».

Fattore su cui insiste anche Stefano Fassina, responsabile del fisco per il Pd: «I dati del 2008 indicano che il gettito Irpef che non deriva dal lavoro dipendente è crollato». Con Cisl, Uil e Ugl è pronta al confronto con il governo sulla riforma fiscale anche la Cgil, che anzi ha già messo nero su bianco le proposte da consegnare a Tremonti, e che sta organizzando proprio sul fisco una grande campagna di comunicazione nazionale pronta a scattare dal 15 gennaio. La Cgil propone un piano triennale che porti alla riduzione delle aliquote Irpef più basse, l’aumento delle detrazioni, il superamento strutturale del fiscal drag e l’incremento dell’imposta sulle rendite finanziarie, dal 12,5 al 20%. «Chiediamo al più presto a Tremonti la convocazione del tavolo, al quale sosterremo i nostri obiettivi e misureremo il rapporto tra il dire e il fare del governo. Vogliamo risultati, e se serve rafforzeremo le iniziative di mobilitazione » dice Agostino Megale, segretario confederale e presidente dell’Ires-Cgil. Il progetto prevede la riduzione dal 23 al 20% della prima aliquota e di quella intermedia dal 38 al 36%, con un contributo di solidarietà aggiunti per chi guadagna oltre 800 mila euro l’anno. L’obiettivo, spiega Megale, «è la riduzione in tre anni di 100 euro al mese delle tasse per i lavoratori». Favorevoli alla riforma anche l?ordine dei Commercialisti, che sollecita l’abbandono degli studi di settore, il varo di un nuovo redditometro ed appoggia l’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie.

M. Sen.

Troppe tasse sul lavoro. Ora serve una riformaultima modifica: 2010-01-03T13:26:08+01:00da
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