MERCOLEDI’ IN CDM. Pd: «Strumentalizzata per Berlusconi una sentenza della consulta». Stop di 3 mesi se l’imputato non ha potuto chiedere il rito abbreviato in caso di nuova contestazione del pm
Il ministro della Giustizia Alfano (Ap) |
ROMA – Mercoledì il Consiglio dei ministri dovrebbe esaminare un decreto legge per la sospensione di tre mesi dei processi nei quali non sia stata data la possibilità all’imputato di chiedere il rito abbreviato, in presenza di una nuova contestazione del pubblico ministero avvenuta durante il procedimento. Lo si apprende da fonti di maggioranza e di governo. «Il Consiglio dei ministri di mercoledì ha un ordine del giorno ancora in via di formulazione», ha commentato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.
NAPOLITANO – Gli esperti di Berlusconi hanno studiato un provvedimento che, rifacendosi alla sentenza 333 della Corte costituzionale del 14 dicembre scorso, consentirebbe di bloccare fino a tre mesi anche i processi in corso che vedono imputato il premier. La proposta è stata illustrata in mattinata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo la Costituzione, infatti, un decreto legge deve contenere i requisiti di «necessità e urgenza» che, in caso di firma del capo dello Stato, vengono avvallati. Ma proprio su questo punto, secondo le fonti, tra Palazzo Chigi e Quirinale non c’è sintonia. Napolitano avrebbe visionato il testo esprimendo una serie di perplessità. Poi i tecnici avrebbero limato il testo tenendo conto anche dei rilievi del Quirinale.
PD: «CONSULTA STRUMENTALIZZATA» – Immediata la replica del Partito democratico appena è stata diffusa l’indiscrezione dell’esame del Dl mercoledì al Consiglio dei ministri. «È evidente che le ragioni per il decreto legge non sono quelle evidenziate, per il semplice fatto che le sentenze della Corte costituzionale sono immediatamente efficaci erga omnes e non hanno bisogno di arzigogoli giuridici», afferma una nota di Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera. «Aspettiamo il testo, ma è chiaro il tentativo di strumentalizzare la sentenza della Consulta, che amplia i diritti dell’imputato, per bloccare i processi del premier. Sarebbe l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dell’intelligenza dei cittadini, del lavoro parlamentare e l’ulteriore intervento ad personam».