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Haiti, estratte vive altre tre persone

 

Bertolaso in partenza per port-au-prince: «l’italia avrà ruolo utile per la popolazione». Sono due bambini e una ragazza di 26 anni. Caos aiuti, l’ambasciatore haitiano chiede di interrompere i lanci

 

 

La ragazza salvata (Ap)

PORT-AU-PRINCE – Si continua a scavare ad Haiti e, a sette giorni dal terremoto, le macerie regalano quelli che ormai si possono definire dei miracoli. Cinque le persone estratte vive nelle ultime 24 ore: ultimi in ordine di tempo due bambini e una ragazza di 26 anni. In precedenza un uomo era stato tirato fuori da sotto il Caribbean Market e una donna anziana dalle macerie della cattedrale di Port-au-Prince. Secondo l’Onu sono 121 le persone salvate dalle squadre internazionali di soccorso.

SENZA CIBO NÉ ACQUA – I due bambini, un maschio e una femmina di 8 e 10 anni, erano intrappolati sotto una palazzina di due piani. Li ha salvati un team di soccorso americano dei vigili del fuoco e della polizia di New York, portandoli poi all’ospedale da campo israeliano nella tarda serata di martedì (l’alba di mercoledì in Italia). La ragazza, haitiana, era invece sepolta tra le rovine di un supermercato nel centro della capitale, l’Olympic Market. Tra i suoi salvatori uno è di origine italiane, Cristiano Mascaro. «Ho parlato con lei per tutto il tempo – racconta -, mi ha detto che non aveva toccato cibo né acqua per sette giorni. Mi ha colpito per la tranquillità con cui parlava». Mascaro, nato in Francia da genitori italiani, è ad Haiti con l’organizzazione francese Soccorritori Senza Frontiere.

SOTTO LA CATTEDRALE – Dalle macerie della cattedrale è stata portata in salvo un’anziana e i soccorritori cercano ancora, sperando di trovare altre due persone. «Grazie Dio, Grazie Dio», ha mormorato Anna Zizi, questo il nome della donna secondo la Cnn, cosciente e con qualche forza in corpo. La tv di Atlanta ha intervistato un uomo, Maxime Janvier, residente negli Usa, che ha detto di essere suo figlio: «Era andata in chiesa quando c’è stato il terremoto – ha spiegato -. Abbiamo pregato tutti per sette giorni per vederla ancora viva». La donna, salvata da una squadra messicana, è stata portata d’urgenza in ospedale. Non si conoscono le sue condizioni, ma il suo ritrovamento (definito il “miracolo della cattedrale”) – come quelli successivi dei due bambini e della ragazzina – conferma quanto auspicato dall’Onu secondo cui c’è ancora speranza e sotto i palazzi in frantumi ci sono ancora dei superstiti. Di diverso avviso gli americani: il Pentagono ha fatto sapere che la fase di ricerca di persone vive ben presto sarà conclusa. «Passeremo presto dalla fase di ricerca dei superstiti a quella del recupero dei morti» ha detto il generale Daniel Allyn, uno dei responsabili delle operazioni di soccorso.

INTERROTTE RICERCHE – Le ricerche sono state interrotte al Caribbean Market, quello dove stava lavorando l’italiano Antonio Sperduto al momento del sisma. «Bisogna accettare il fatto che le potenzialità di sopravvivenza sono molto basse – ha detto il capitano Joe Zahralban del South Florida Urban Search and Rescue team, una delle squadre di soccorso impegnate al supermercato -. Si arriva a un punto in cui proseguire significa mettere solo a rischio la vita dei soccorritori. Non crediamo ci siano altri sopravvissuti». Nel supermercato, uno tra i più grandi della capitale, al momento del sisma c’erano tra le 70 e le 100 persone.

UCCISA RAGAZZINA – Nella disperazione generale si registra un’ennesima tragedia: una ragazzina di 15 anni, Fabienne Cherisma, è rimasta uccisa da un colpo di arma da fuoco sparato dalla polizia intervenuta per disperdere un gruppo di persone che stavano saccheggiando delle proprietà abbandonate. La giovane si trovava nella zona per caso e sarebbe stata colpita accidentalmente. Il padre ha detto che gli agenti hanno fatto fuoco per uccidere, ma secondo testimoni la polizia avrebbe sparato colpi di avvertimento in aria e il proiettile avrebbe raggiunto Fabienne dopo essere stato deviato da un ostacolo.

«STOP AIUTI DAL CIELO» – Sul fronte degli aiuti la situazione resta di caos totale, dopo che gli Usa hanno iniziato la lanciare pacchi dagli aerei. Tanto che l’ambasciatore di Haiti negli Stati Uniti, Raymond Joseph, ha chiesto di porre fine alle consegne dal cielo: «Non ci piacciono – ha spiegato nel corso di una veglia per le vittime del terremoto di fronte all’ambasciata -. Quando si consegnano gli aiuti in quel modo, solo i più forti vi hanno accesso. Dovrebbero esserci delle zone di transito dove gli elicotteri si possano posare». Il presidente haitiano Renè Preval, parlando all’emittente francese Radio France International, ha riconosciuto che i soccorsi internazionali sono stati tempestivi, ma che resta un grave problema di coordinamento. Preval si è detto riconoscente per la rapidità con cui sono giunti gli aiuti aggiungendo di non avere alcun problema ideologico nel riceverli dai differenti Paesi, in particolare dagli Stati uniti.

BERTOLASO AD HAITI – Dall’Italia è in partenza, per decisione del premier Berlusconi, Guido Bertolaso. Il capo della Protezione civile ha spiegato che l’Italia non vuole assumere un ruolo di leadership ma intende portare ad Haiti il suo contributo, forte dell’esperienza fatta di recente in Abruzzo. Il coordinamento degli aiuti, spiega, spetta alle Nazioni Unite e ai Paesi più vicini, anche geograficamente, ad Haiti, mentre l’Italia «si ritaglierà un settore di intervento tra i più efficaci e più utili», con l’organizzazione di tendopoli, che possano servire da punto di raccolta e di accoglienza per il mezzo milione di sfollati, che lì potranno trovare cibo e acqua. «Sin da subito si sarebbe dovuta esportare ad Haiti l’esperienza dell’Aquila» ha detto Bertolaso. Tra gli interventi, ha ricordato l’ospedale che già sta funzionando a Port-au-Prince e ha aggiunto: «Quando arriverà la portaerei Cavour (partita da La Spezia martedì alle 21, ndr) il Genio potrà dare una mano nella rimozione delle macerie e nella riapertura delle strade».

900 RISERVISTI – Dal canto loro gli Usa hanno mobilitato 900 riservisti della guardia costiera. Potranno restare in servizio per sei mesi e saranno inviati ad Haiti «per contribuire agli sforzi umanitari», ha spiegato il ministro per la sicurezza nazionale Janet Napolitano. La Casa Bianca aveva autorizzato domenica il richiamo di reparti riservisti della guardia costiera e dei reparti medici per aiutare le forze armate a tenere testa alla emergenza umanitaria. Ad Haiti sono già presenti oltre 500 membri della guardia costiera, tra i primi a raggiungere il Paese dopo il terremoto.

corriere.it

Haiti, estratte vive altre tre personeultima modifica: 2010-01-20T10:53:39+01:00da
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